Mps chiude i primi nove mesi del 2023 con un utile netto pari a 929 milioni di euro, a fronte di 334 milioni di euro registrata nello stesso periodo dello scorso anno.
Nel terzo trimestre l’utile è di 310 milioni di euro mentre i ricavi toccano quota 2.804 milioni di euro, in aumento del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I ricavi del terzo trimestre ammontano a 953 milioni di euro, in lieve calo (-2%) rispetto al trimestre precedente per il minore contributo della gestione finanziaria.
Il cda della Banca ha deciso di non pagare la tassa sugli extra profitti e di accantonare a riserva 312,7 milioni.
Con riferimento alla tassa sugli extraprofitti bancari, “il Cda, avvalendosi dell’opzione prevista dal provvedimento, ha assunto un orientamento favorevole a proporre all’assemblea, che approverà il bilancio di esercizio 2023, la costituzione di una riserva di utili non distribuibili non inferiore a 308,9 milioni di euro (analogo orientamento è stato assunto da Banca Widiba per una riserva non inferiore a 3,8 milioni di euro) senza determinare impatti a conto economico”, si legge nel comunicato.
L’Istituto poi, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che ha assolto gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, ha declassato da “possibile“ a “remoto” il rischio relativo ad alcuni procedimenti legali e richieste stragiudiziali; “di conseguenza – si spiega – l’ammontare complessivo di contenzioso e richieste stragiudiziali connessi alle informazioni finanziarie diffuse nel periodo 2008- 2015 si è sensibilmente ridotto, passando da 4,1 miliardi di euro di giugno a 2,9 miliardi di euro a settembre”.
Inoltre, ricordano da Mps, tutte le pretese stragiudiziali notificate alla banca dopo al 29 aprile 2018, in base a quanto stabilito dalla Cassazione, “sono da considerarsi prescritte”.