Il Monte Paschi di Siena “nei tempi opportuni può essere il pivot per creare un terzo polo dietro alle due principali banche italiane ed essere un’opportunità per creare valore per tutto il sistema economico del Paese”. Lo afferma il presidente dell’istituto, Nicola Maione, in un’intervista al Sole 24 Ore.
“Il nostro auspicio – sostiene – è che Mps possa essere protagonista in un’aggregazione con altre banche. Il Mef ha già dichiarato in diverse occasioni che vuole un’uscita ordinata dal capitale. C’è un obbligo imposto dalla normativa europa e dobbiamo fare i conti con essa: proprio sulla base di questo presupposto e di questa scadenza, possiamo essere noi ad avere un ruolo di primo piano nel favorire l’integrazione in maniera proattiva, sedendoci a un tavolo e ragionando con i potenziali partner. Ricordiamo che oggi Mps agli occhi dello Stato non rappresenta più un problema, ma è un asset da valorizzare”.
Il Monte Paschi, ricorda Maione, è una banca ormai fuori dal guado, “è stato fatto un lavoro enorme di rilancio ed efficientamento della macchina operativa, siamo riusciti a rimettere la banca in una condizione di solidità patrimoniale e a rilanciarla sotto il profilo di ricavi e utili”.
Tutte le banche italiane sembrano però concentrate su un percorso stand alone. “Mps – risponde Maione – ha lo stesso standing e dignità degli altri istituti bancari. Più gli obiettivi del piano industriale verranno raggiunti, più Mps in teoria dovrebbe apprezzarsi in termini di valore sul patrimonio tangibile. Ma a quel punto l’aggregazione per un eventuale partner potrebbe essere più costosa, e quindi più complicata. Oggi le banche sono solide in termini di capitale e sono profittevoli, non c’è quindi un’emergenza, come poteva esserci in passato, né un obbligo ad aggregarsi. Nel contempo siamo in una fase favorevole e propizia per guardare al futuro e ragionare sull’opportunità di un consolidamento, dal quale, come detto, trarrebbe beneficio l’intero sistema bancario italiano”