“Oggi si ha la netta sensazione che l’argomento Monte sia un tema non presente nelle agende del centrodestra e del centrosinistra locali. Lo dimostra prima di tutto il silenzioso imbarazzo del Pd e della candidata Anna Ferretti, attori protagonisti del disastro culminato nel 2012, quando Ferretti sedeva come assessore al fianco di Franco Ceccuzzi. Lo dimostra anche il silenzio del centrodestra, imbarazzato dall’immobilismo del Governo. Un silenzio che accomuna anche la neocandidata sindaco, Nicoletta Fabio catapultata nell’agone politico e in chiara difficoltà a dare risposte adeguate su temi così complessi”.
Lo scrive in un comunicato il candidato sindaco Fabio Pacciani
“Infine c’è chi come Massimo Castagnini non può certo parlare dell’argomento Monte in maniera distaccata ed equilibrata, visto il suo legame con la Banca. Poi c’è chi come Emanuele Montomoli prospetta alla città, con apparente disinvoltura ma con scarsa cognizione di causa, ipotesi e soluzioni salvifiche di fatto completamente impraticabili. Mi riferisco, in particolare, alla proposta di Montomoli di far acquisire alla Cassa Depositi e Prestiti il 14 % circa del capitale della Banca dal Ministero dell’Economia con la conseguente riduzione della partecipazione del Ministero sotto il 50% e da qui l’illusione di poter tornare a governare la Banca con strane alchimie. Peccato che la proposta sia del tutto impraticabile per due motivi: il primo che Banca MPS è una società quotata in Borsa e il secondo che Cassa Depositi e Prestiti è una Spa. il cui capitale è detenuto per oltre l’80% dallo stesso Ministero dell’Economia. Tenendo conto di questi “elementari” dati di fatto la soluzione ipotizzata rischia di configurarsi come una specie di gioco delle tre carte e quindi non troverebbe mai l’avallo delle autorità europee (nei confronti delle quali sussiste l’impegno dell’Italia a privatizzare BMps). perché si tratterebbe di una finzione, meglio di una vera e propria privatizzazione”, aggiunge.
“Io credo che sia fondamentale che tutti i candidati sindaco si confrontino, senza nascondersi e con realismo, sul futuro di Banca Mps e sulle strade che ognuno di noi intende seguire per ricostruire un tessuto economico e sociale che tanto si è sfaldato negli ultimi dieci anni. In questo senso, credo che sia fondamentale anche tenere conto di due aspetti: il primo è quello del senso di incertezza che vivono molti dipendenti a causa alla riorganizzazione complessiva della Banca legata all’esodo di molti dipendenti. Il secondo è il riflesso sull’economia reale che questa incertezza causa. Dobbiamo fare i conti con questi aspetti, perché una città che deve rimettersi in piedi e deve ricominciare a correre ha bisogno di fiducia verso il futuro”, si legge ancora.
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