Quasi sconosciuto ai più, il vino frizzante croato denominato Prosěk è oggi al centro della battaglia in seno all’Unione Europea contro il nostro Prosecco ben più noto sul panorama mondiale. Questa polemica ricorda molto quella sorta alcuni anni fa, quando al Tocai Friulano fu imposto il divieto di utilizzo del nome Tocai a favore del Tokaij ungherese.
Le ragioni di questa decisione erano fondate sul fatto che il nome del vino ungherese fa riferimento al luogo geografico (denominato appunto Tokaij)in cui viene prodotto. Il nome del vino italiano (da allora chiamato solamente “Friulano”) proviene invece dal nome del vitigno. Fu proprio a causa di questa decisione che il Consorzio di Tutela del Prosecco nel 2009 decise di estendere i confini della propria DOC, fino ad arrivare a comprendere Prosecco, un paesino nella provincia di Trieste, dando quindi alla denominazione un luogo geografico. Oggi la questione torna in auge, in quanto la Croazia ha presentato la richiesta di registrazione del vino Prosěk alla Commissione Europea. Il Prosecco, che durante la crisi pandemica è riuscito a registrare una crescita di fatturato, ed ha visto anche il grande successo per il lancio della versione Rosè, dovrebbe avere tutte le carte in regola per poter vincere questa battaglia.
L’Italia comunque non resta con le mani in mano. Secondo quanto riporta il Sole24ore, il coordinatore del Gruppo S&D alla Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro, in una lettera inviata al commissario all’Agricoltura Ue, Janusz Wojciechowski ha commentato: “Non possiamo tollerare che la denominazione protetta ’Prosecco’, una delle più emblematiche a livello Ue, diventi oggetto di imitazioni e abusi, in particolare nell’Unione europea. Di fronte alla richiesta di tutela di una menzione, Prosěk – ha spiegato De Castro – che altro non è se non la traduzione in lingua slovena del nome Prosecco, bisogna ricordare che il regolamento Ue sull’Organizzazione comune dei mercati agricoli stabilisce che le denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette devono essere tutelate da ogni abuso, imitazione o evocazione, anche quando il nome protetto viene tradotto in un’altra lingua. Senza contare che, al momento della sua adesione all’Ue, la Croazia non aveva chiesto la protezione della denominazione ’Prosěk’, consapevole del fatto che fosse in conflitto con la tutela riservata al nostro Prosecco”.
Stefania Tacconi