Un nuovo piano industriale che prevede investimenti per 150 milioni euro nei prossimi cinque anni. Un obiettivo concreto e ambizioso: raggiungere l’equilibrio economico finanziario della società in due anni, ottimizzando la macchina organizzativa e garantendo ai cittadini e al sistema territoriale e istituzionale del territorio servizi più efficienti ed economicamente sostenibili.
Inizia una nuova stagione per Sei Toscana, il gestore unico dei rifiuti dei 104 Comuni della Toscana del sud. Questa mattina, il Cd’A ha approvato all’unanimità il progetto di bilancio 2020 e il nuovo piano industriale che saranno poi portati all’approvazione dei Soci in assemblea. Nei prossimi giorni inizierà anche il necessario percorso di confronto e condivisione del piano con l’Autorità di ambito.
“Ci siamo trovati ad approvare un bilancio, ereditato dalla precedente gestione, in forte perdita per circa otto milioni di euro – dice il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini –. Il piano industriale rappresenta però il punto d’inizio di una nuova stagione per la società, con un taglio netto e deciso rispetto al passato”. L’approvazione dei due documenti, infatti, avviene in un nuovo contesto di riferimento per Sei Toscana che, lo scorso 15 dicembre, con l’ingresso di lren nella compagine societaria, si è arricchita di un soggetto industriale di comprovata esperienza nel settore, che esprime know how e competenze anche attraverso l’inserimento nel vertice aziendale di figure di altissimo profilo professionale. “Il nuovo assetto societario – prosegue Fabbrini – ha introdotto, fin da subito, alcuni elementi di profonda discontinuità rispetto alle gestioni precedenti. In primis, un rinnovato rapporto tra Soci, che ha portato al superamento di una situazione di perdurante conflittualità, oggi completamente risolta. Ma anche, e soprattutto, un rinnovamento radicale delle procedure e dell’organizzazione aziendale in un’ottica di miglioramento delle performance e di efficientamento del servizio. La gestione è stata orientata verso una maggiore attenzione al contenimento delle spese. Penso ad esempio all’accurato lavoro di rinegoziazione dei contratti in essere per la riduzione, effettiva, dei costi e all’attento ridimensionamento delle spese di consulenza. A questo si affianca un nuovo piano industriale ambizioso, ma anche estremamente concreto. Un piano che prevede investimenti cospicui che permetteranno di rinnovare mezzi, attrezzature e infrastrutture adibite alla raccolta. Garantendo finalmente quel salto di qualità al territorio che ci aspettava da anni, mantenendo una tariffa sostenibile per i cittadini”.
Il piano industriale, che sarà presentato nei prossimi giorni ad Ato Toscana Sud per avviare il necessario percorso di condivisione, nasce dalle concrete esigenze del territorio e cala le azioni d’intervento nelle sue realtà specifiche. Prevede un investimento di oltre 150 milioni di euro in cinque anni e punta all’obiettivo del superamento del 70% di raccolta differenziata al 2026. Nel piano si prevede anche il passaggio per la maggior parte del territorio a tariffa puntuale.
“Uno dei principali obiettivi del piano industriale è quello di una progressiva stabilizzazione delle tariffe a fronte di un servizio migliore e più efficiente – dice l’Ad Salvatore Cappello –. L’efficientamento e l’omogenizzazione dei servizi, infatti, costituiscono due capisaldi del documento. Abbiamo lavorato per arrivare ad una proposta tenendo conto di tutti gli elementi, anche di criticità, emersi negli ultimi tempi. Il piano, affrontando in maniera strutturata, sistematica e industriale anche questi aspetti, vuole essere una proposta per il superamento delle problematiche legate in particolare ai nuovi metodi di calcolo delle tariffe introdotti da Arera. Forti dell’impegno dei Soci, del Cd’A, del nuovo management e degli oltre mille dipendenti, credo che possiamo guardare al futuro con ragionevole ottimismo e immaginare per gli anni a venire una nuova fase di fiducia, consolidamento e crescita. Il nostro obiettivo è di dare risposte concrete, coniugando la nuova forte dimensione industriale della società con il dialogo e l’ascolto costante dei territori”.