Sono 62 le specie di piante che rischiano di scomparire per sempre nel territorio toscano, e per 41 di loro non esiste un altro luogo al mondo in cui sopravvivono. Questo è il dato allarmante che emerge da uno studio scientifico delle università di Siena, Pisa e Firenze, coordinato dalla professoressa Claudia Angiolini. Una situazione grave, specialmente nelle zone umide e nelle coste, in cui la scomparsa di alcune piante rare, porterebbe a conseguenze negative anche a persone ed animali.
“Gli ambienti più fragili rimangono le zone umide, le coste, ma anche le Alpi Apuane e l’Arcipelago Toscano – commenta la professoressa Angiolini -. In generale, tutti quei luoghi maggiormente disturbati dall’uomo causano un pericolo alla vita delle piante. In Toscana, infatti, resistono le ultime popolazioni di piante rarissime: dal giunco tenero e dalla drosera intermedia, sopravvissuti in una sola area del Monte Pisano, alle otto specie endemiche di limonio lungo le spiagge toscane; dalla crespolina pennata e dal succiamele delle Apuane, presenti solo sulle Apuane, alla linaria di Capraia, tesoro botanico dell’Arcipelago. Essendo specie presenti solo nel nostro territorio, ovviamente, le probabilità di estinsione diventano maggiori. Inoltre, la scomparsa di tali specie porterebbe dei problemi non di poco conto, poiché le piante possono avere dei principi attivi molto importanti per l’uomo e sarebbe anche un problema per gli animali che vivono in determinati habitat”.
Siena è tra le province con meno specie a rischio, ma l’attenzione non deve essere abbassata, come conferma la professoressa Angiolini, il cui auspicio è che possa esse promulgata al più presto una nuova legge regionale con l’obiettivo di proteggere le zone in pericolo.
“Siena è tra le province messe meglio sotto questo punto di vista – spiega Angiolini -, ma ha comunque alcune tipologie di piante da attenzionare, come per esempio un piccolo zafferanno che vive negli ambienti particolarmente umidi, come i laghi di Chiusi e di Montepulciano. Per quel che riguarda il lavoro che stiamo portando avanti, lo scopo è quello di arrivare alla realizzazione di una legge che consenta un monitoraggio ed un attenzione nelle zone in cui vivono le piante più a rischio”.
Infine, anche l’uomo nella vita di tutti i giorni deve fare la sua parte, prima prendendo coscienza del problema e poi cercando di limitare i danni, dal ridurre gli sprechi al non danneggiare la natura con le proprie azioni, per la salvaguardia di un bene comune.