Omicron, Cusi: “È in quasi tutti i test che sequenziamo. I non vaccinati? A rischio terapia intensiva”

“Circa il 50% dei tamponi che analizziamo è positivo al virus mentre quasi tutti i test che sequenziamo sono positivi all’ Omicron”. Ad un mese esatto dalla scoperta del primo caso di positività alla variante proveniente dal Sudafrica è la professoressa Maria Grazia Cusi, direttore dell’ Uoc Microbiologia e Virologia dell’Aou senese, a tracciare un bilancio della diffusione del contagio nelle ultime settimane.

Viene detto sempre di più che Omicron è una variante debole e che si sta andando verso un virus-raffreddore, che ne pensa?

“Con Omicron in linea di massima si osservano sintomi simil-influenzali nei vaccinati non fragili. Differente è la situazione nei non vaccinati: tra loro ci sono persone che finiscono in terapia intensiva”

La Delta quanto sta circolando adesso in provincia di Siena? 

“Nel nostro territorio persone positive a questa variante non se ne trovano più. In tutta la Toscana meridionale abbiamo riscontrato solo pochi casi”

A che punto siamo nella lotta alla pandemia? C’è chi ha affermato che nel 2022 il virus circolerà in modo endemico…

“Per il momento stiamo ancora vivendo il picco del contagio e altro tempo dovrà ancora passare sicuramente. L’Omicron, per le sue caratteristiche, potrebbe diventare endemica, ma occorre fare attenzione perché in passato abbiamo visto varianti che hanno sopraffatto mutazioni precedenti. Occorre fare una precisazione: nonostante l’alto tasso di vaccinati e di persone guarite, che sono immuni da Omicron, non possiamo non considerare che viviamo nell’era della globalizzazione, dove circolano persone e merci da ogni parte del mondo. Se in alcune regioni della Terra la popolazione non è vaccinata il problema continuerà a persistere…”

Ha letto della presa di posizione dell’Oms sulle dosi booster? Anche secondo lei servirebbero vaccini ‘nuovi’?

“Sono perfettamente d’accordo perché i vaccini devono essere aggiornati. Lo stiamo osservando con Omicron: le dosi booster sono utili per riattivare e aumentare le difese immunitarie, tuttavia  un vaccino specifico sarebbe sicuramente meglio rispetto agli attuali. Abbiamo visto che la risposta che andava benissimo contro il virus originario del ceppo di Wuhan non funziona altrettanto bene con questa variante, a meno che uno non abbia raggiunto un livello anticorpale piuttosto alto causato, appunto, dalla dose booster”.

Pillole Merck e anticorpi monoclonali come potranno aiutarci in questa fase della pandemia?

“Gli anticorpi monoclonali hanno funzionato con le varianti precedenti, ma adesso tanti di questi farmaci non sono efficaci contro Omicron.  Per le pillole ci sono anche l’indicazioni per l’uso per la medicina territoriale, che però deve contattare prima gli infettivologi. Sembra che comunque, nei pazienti trattati con la pillola all’insorgere dei primi sintomi, si riducano gli effetti più negativi del covid”.

 

Marco Crimi