Toscana

Opera del Duomo, presentato il bilancio sociale, l’appello di Pratesi alla città: “Adeguiamo la nostra offerta per i visitatori”

“I senesi devono porsi una domanda: noi che siamo i gestori dei beni culturali che attraggono presenze siamo in grado di fare un offerta per un pubblico diverso?”. La considerazione è di Guido Pratesi, rettore dell’Opera del Duomo, che oggi ha presentato il suo primo bilancio sociale, il primo della storia dell’ente.

In primis però Pratesi ammette che qualcosa deve cambiare: “Non si può vedere un bene svincolato dal resto della sua città, l’Acropoli ha un suo fascino culturale e turistico ma, dopo il covid, l’offerta non si è adeguata ad un nuovo  tipo di turista: i due milioni e mezzo di visitatori del 2019 venivano con il pullman, il poco più di un milione di persone venuti qui, in questi periodi, è fatto da persone che vogliono passare una giornata piacevole e basta”.

Il bilancio sociale è stato giudicato “particolarmente sfidante” da Pratesi nella prefazione dello stesso documento. Questa novità infatti, che è inserita nel Codice del Terzo settore, è andata di pari  con lo scoppio della pandemia da covid-19. Un fatto storico che ha costretto a rivedere i modi sul come raggiungere gli obiettivi di valorizzazione, conservazione e promozione del patrimonio artistico e religioso di Opa, come si legge nel bilancio. Il 2020, dice Pratesi nella sua prefazione, “ha sottolineato il rapporto tra Opera e città”, un rapporto che si è rafforzato attraverso” fatti concreti” come “l’aver anticipato a giugno la riapertura del complesso museale in modo gratuito, aver programmato la scopertura del pavimento nel periodo nel periodo novembre/dicembre (anche se non si è potuta realizzare a causa delle misure restrittive che erano in vigore nella Toscana ndr.)”. Alla base del ragionamento del rettore Pratesi vi è la convinzione che la Fabbrica del Duomo rappresenti anche “un valore sociale ed economico per Siena”.  Adesso, per Pratesi , il connubio Opera-città si trova di fronte alla sfida di ritrovare “i fili per ricostituire un tessuto di relazioni sociali, capace di recuperare un valore civico nuovamente definito e messo a fattor comune – aggiunge-. Se in questo vi è continuità storica, d’altro canto, si è altresì coscienti di individuare, categoricamente, strade e mezzi nuovi, perché dopo la pandemia nulla sarà come prima, quindi, il “cuore” deve posizionarsi… al di là dell’ostacolo”.

“C’è la sensazione di una grande partecipazione di Opa alla vita cittadina, siamo co-protagonisti nel mantenimento dell’occupazione e nello sviluppo economico e sociale della città – rileva Pratesi che poi rivendica – Nel 2020, nel periodo settembre – ottobre, quando le città in Italia erano al 35% di presenze , rispetto al periodo pre-covid, noi eravamo al 100% mentre adesso, nel 2021, siamo al 75%. Questo è un dato significativo per una città capace di attrarre per la propria grandezza”.

La chiosa è un commento sull’attività dell’attuale Cda dell’Opa che, tra qualche mese concluderà la sua attività: “Sono stati tre anni veramente importanti. Il consiglio è venuto dopo ad un insieme di decisioni giuridiche che hanno imposto un certo comportamento di cui abbiamo sentito il peso, ma ha comunque ridato vitalità”.

Nel bilancio è anche indicata la gestione economica per il 2020, un anno che è stato duro a causa del coronavirus. Gli incassi hanno subito una flessione, ma sono comunque superiori ai 2milioni di euro, gli effetti negativi sono stati contenuti anche grazie ad  una campagna di comunicazione  importante. Le criticità legate alla pandemia hanno reso evidente “la necessità di uno spazio espositivo più ampio, per consentire un flusso di visitatori importante”, e garantire il distanziamento sociale.

“L’Opera della Metropolitana non ha tradizione di raccolta fondi-recita il documento-, ma alla prima riapertura della Cattedrale e del Museo dopo la chiusura dovuta al lockdown, tra il 13 giugno e il 31 luglio 2020 ha favorito l’ingresso ai visitatori con un biglietto gratuito dando contestualmente la possibilità di lasciare una offerta anche simbolica di un euro per dare impulso ad una campagna di studi finalizzata alla ripresa degli scavi nella cosiddetta Cripta che ha permesso significative acquisizioni di conoscenze negli ambiti figurativi, architettonici, archeologici e urbanistici. Il biglietto rilasciato riportava la destinazione delle risorse che si stavano raccogliendo”. L’importo è stato superiore ai 1500 euro.

 

 

 

 

 

 

 

marco crimi

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