Erano macedoni ma erano stati assunti con documenti d’identità bulgari, risultati poi falsi. Il motivo? Ovviare agli oneri dettati dalla normativa sull’immigrazione. E così che 29 operai, che lavoravano a Siena, Arezzo e Grosseto sono stati assunti in modo irregolare.
Questo è il risultato di un’indagine svolta congiuntamente dai carabinieri forestali di Rapolano Terme e dagli uomini del Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Siena. Gli uomini lavoravano per una da una società di servizi, riconducibile a due degli indagati, con sede a Monteroni d’Arbia.
Sono state eseguite innumerevoli attività di perquisizione locali e personali delegate dalla Procura della Repubblica di Grosseto, sia in provincia di Siena che in quella di Grosseto, nelle abitazioni degli indagati, all’esito delle quali è stato sequestrato materiale utile ai fini delle indagini. L’operazione di polizia giudiziaria, diretta e coordinata dal Gruppo carabinieri forestale di Siena, ha visto impiegate oltre 40 unità di personale dell’Arma, tra Carabinieri della specialità Forestale di Siena e Grosseto, militari dei Comandi provinciali di Siena e Grosseto e militari del Nil di Siena.
Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a controllo e fotosegnalamento AFIS tutti i soggetti interessati dall’attività, in esito alle quali è stata accertata l’irregolare permanenza sul territorio nazionale di sette cittadini di nazionalità macedone, nei cui confronti il Prefetto di Siena ha provveduto ad emettere provvedimento di espulsione. All’Autorità giudiziaria di Grosseto sono stati denunciati 31 soggetti, compresi i due titolari della società di servizi.