“La chiave di volta è potenziare l’accoglienza progettandola sulla persona. L’accoglienza si deve articolare in tanti percorsi di accesso, non solo per i pazienti ma anche per familiari, visitatori, caregiver, distinguendo anche tra adulti e bambini e differenziando tra accoglienza sanitaria, amministrativa, relazionale e multimediale”.
E’ emerso dalla tavola rotonda che ha visto come mediatore il direttore generale dell’Aou Senese, Antonio Barretta, durante i lavori della seconda edizione dell’Open Meeting dei Grandi Ospedali Italiani in corso a Roma.
“Nei grandi ospedali è necessario potenziare il public engagement, puntando su identità, cultura organizzativa, condivisione e dialogo e potenziando le logiche partecipative, soprattutto con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e tutela che rappresentano i pazienti e che collaborano con gli ospedali, per migliorare anche la fruizione dei servizi -sottolinea Barretta, che ha moderato la tavola rotonda dal titolo “Co-progettazione con i pazienti: comunicazione interna ed esterna nei grandi ospedali e informazione per la salute”-. Una buona comunicazione deve essere in grado di ascoltare: attraverso le esperienze e i suggerimenti dei nostri interlocutori possiamo apprendere informazioni importanti. L’Aou Senese, ad esempio, ha adottato nel 2022 un progetto aziendale che istituzionalizza il coinvolgimento dei pazienti e delle organizzazioni di volontariato nei percorsi di cura e nei processi di gestione e governo aziendali con l’obiettivo di co-produrre valore pubblico”.
“La comunicazione, sia interna che esterna, per essere efficace, deve essere strategica, integrata e condivisa -spiega il direttore dell’Aou Senese-. Strategica in quanto progettata e pianificata; integrata, perché dobbiamo essere in grado di utilizzare le potenzialità e le peculiarità dei diversi strumenti e mezzi di comunicazione; condivisa perché deve coinvolgere i professionisti e gli stakeholders nella progettazione e gestione dei flussi informativi e delle attività di comunicazione. Una buona comunicazione consente anche di migliorare e rafforzare il senso di appartenenza verso l’istituzione e di sentirsi parte di una squadra con obiettivi comuni. La comunicazione istituzionale deve essere etica per natura perché orientata ad essere trasparente, affidabile, attendibile, responsabile. Le informazioni trasmesse devono osservare sempre i criteri di verità, pertinenza e continenza, nel rispetto dell’interesse pubblico e del bene comune. Una comunicazione chiara, efficace, tempestiva e trasparente, anche in caso di situazioni di crisi, di emergenza o di urgenza”.