Toscana

Osteria da Bobbe e Davide. Aprire un locale a casa propria

Le storiche attività del centro, pur gremite tutto l’anno, diventano sotto Palio punti di riferimento irrinunciabili per vivere la Festa. In questa rubrica, scopriamo storie ed eccezionalità di ognuno.

Una foto dell’osteria da Trombicche era appena uscita in coperta sull’inserto Travel de Il New York times, quando i fratelli Bobbe e Davide lasciarono ad amici fidati la gestione per ricreare l’ambiente che più amano, quello dell’osteria senese, in un luogo che fosse per loro casa.

“Nel 2012 apriamo il Vinaio, in casa nostra” – racconta Bobbe – “Io e mio fratello siamo dell’Istrice e volevamo tornare in Camollia. All’inizio del 2010 Camollia non era gremita di osterie e ristoranti come adesso. “Abbiamo portato qui quello che sappiamo fare meglio: cucinare piatti della tradizione, creare occasioni di compagnia e divertimento”.

Da Bobbe e Davide, tutto è trasparente. La qualità dei prodotti esposti in bella vista dietro le vetrine del bancone, il passato della contrada affisso in foto alle pareti, i gusti musicali dei due fratelli intuibili dalle copertine dei dischi. “Il nostro è un locale dinamico, non è un semplice ristorante. Riprendendo la tradizione veneta del bacaro, abbiamo voluto mettere i nostri piatti dietro la vetrina e fare un lungo bancone, così che i clienti potessero venire qui a prendere un bicchiere di vino e un cicchetto”, spiega Bobbe.

È proprio durante il Palio che i contradaioli – dell’istrice, soprattutto – tornando in contrada dopo la prima prova, si fermano da Bobbe e Davide per la classica colazione senese. Trippa, zucchine ripiene, salsiccia spalmata sul ciaccino, tutto accompagnato da un buon vino. Bobbe e Davide ricreano qui l’ambiente divertente e movimentato di società. “La contrada è numerosa, e in questi giorni ha sempre fame (e sete!). Noi siamo venuti qui per stare con gli amici, il nostro desiderio è di trascorrere questi giorni in un ambiente familiare, ci teniamo a ricreare l’ambiente di contrada”.

“I nostri punti di forza sono la convivialità, la storia che si respira dentro il locale, la qualità dei prodotti e il gottino, un piccolo bicchiere di vino rimasto a 50 centesimi”.

Giada Finucci

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