“Ritengo che la Toscana sia terra di storia di cultura. E con il Palio trova un’espressione autentica, quella che definisco del patrimonio immateriale dell’umanità”.
Poche parole quelle di Eugenio Giani che sono passate in sordina, visto che negli ultimi la stampa che è stata impegnata a raccontare quanto accaduto prima e dopo la Carriera.
Me nel reel che il Governatore della Toscana ha postato, affacciato dalle trifore di palazzo pubblico, il messaggio è chiaro: “Spero che l’Unesco possa riconoscerci questo titolo, per Siena e per la Toscana”, ha detto Giani.
Parole ancora più chiare sono state espresse sui social: “Credo che sia arrivato davvero il momento di fare del Palio patrimonio mondiale e immateriale dell’Unesco!”, ha aggiunto.
Siena, ha proseguito, è “una città che sente forte il senso di appartenenza fisica a una bandiera, a una piazza, a un inno, quello della propria Contrada, e che più di altre ha scelto di anteporre la forza secolare della socialità al distacco della frenesia moderna. Ammiro questa peculiarità dei senesi e, permettetemi, di tanti toscani, fieri delle loro tradizioni e disposti a difenderle sempre”.
La proposta fu presentata anche nel 2011 ma trovò uno stop e il Palio fu escluso dalla lista che doveva essere presentata al segretariato di Parigi. Perplessa sul dossier era l’allora ministro Michele Brambilla che, sul Corriere della Sera, evidenziò come “proporre una candidatura all’Unesco significa individuare un simbolo in cui tutti gli italiani si identifichino. Sicuramente la pizza è. Non altrettanto si può dire per Palio”