Patto per Suvignano e la Balzana tra Toscana e Campania, regioni unite contro mafia e camorra

Toscana e Campania firmano un’intesa, di quattro anni, per la promozione della cultura della legalità e per la restituzione alla collettività dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

In particolare l’obiettivo è migliorare la gestione dei beni, a vantaggio dello sviluppo dei territori e con finalità pure inclusive e di integrazione sociale. Un’alleanza che porterà sinergie ma anche, probabilmente, nuove e maggiori risorse: a vantaggio di un sano sviluppo economico, della ricerca zootecnica e agricola e chiaramente anche dell’eduzione alla legalità.

Il patto non arriva per caso e passa dalle tenute di Suvignano nel senese e “La Balzana” in provincia di Caserta. Due modelli virtuosi e unici ognuno a loro modo di gestione pubblica di beni strappati a mafie e camorra, diventati simboli del riscatto dello Stato, tra i più grandi ed estesi beni sequestrati in Italia. Ma il fil rouge è anche un’intensa e radicata attività di educazione alla legalità che le due Regioni da tempo portano avanti: in un ambiente sicuramente difficile e complicato, ad alta densità criminale, nel caso della provincia di Caserta, in una regione come la Toscana dove le mafie non mirano tanto al controllo del territorio ma risciacquano comunque lì il loro denaro sporco, dedite a malaffare e riciclaggio.

Così, negli ultimi mesi, Regione Toscana e Regione Campania hanno avviato un confronto, cercando di valorizzare le possibili sinergie, su scala non solo regionale: per dare un segno, anche, di come la cultura della legalità e il suo perseguimento possa passare da fatti concreti, come la rinascita di beni sottratti alle mafie.

Nel protocollo firmato il 21 maggio dalla due istituzioni, direttamente dai presidenti Giani e De Luca, si parla di scambio di dati, informazioni e buone pratiche sperimentate, di azioni future per migliorare la gestione dei beni, di sperimentazioni e innovazioni produttive e ambientali, di tutela dei diritti e lavoro per persone a rischio di esclusione, di opportunità di impiego per i giovani e di diffusione della cultura della legalità nei territori e tra gli operatori economici. Una risposta insomma a bisogni sociali da un lato e promozione, in Italia ma anche in Europa, di modelli organizzativi e gestionali innovativi dall’altra. Una sfida non da poco.

Nell’intesa, più tecnica, sottoscritta nella stessa data da Ente Terre di Toscana e Agrorinasce, ovvero le due società pubbliche che gestiscono le tenute di Suvignano e Balzana, la collaborazione si declina nell’elaborazione di studi e ricerche a quattro mani sullo sviluppo agroalimentare e l’economia circolare, sulla realizzazione di uno o più progetti sui beni confiscati da valorizzare all’interno di una più ampia strategia italiana attraverso le politiche di coesione e l’utilizzo anche di fondi nazionali, regionali ed europei.

Ente Terre e Agrorinasce – l’azienda toscana strumento operativo diretto della Regione, quella campana società consortile della Regione e di cinque Comuni del Casertano, forte di un protocollo di legalità stipulato con la prefettura di Caserta per il controllo antimafia di tutti gli affidamenti – collaboreranno anche su progetti di animazione e di ricerca a benificio dei territori e di formazione professionale rivolta a chi gestisce imprese agricole e zootecniche. Condividono anche lo stesso sogno: Suvignano ambisce a diventare centro di riferimento per i prodotti agroalimentari in Toscana, alla Balzana si vuole realizzare il Parco agroalimentare dei prodotti tipici della Campania.