Il sindaco Luigi De Mossi lancia l’allarme sulla vicenda della Paycare, società nata dalla riorganizzazione Bassilichi/Nexi. “Abbiamo appreso – scrive De Mossi – dagli organi di stampa che la società Paycare, nata dalla riorganizzazione di Bassichili/Nexi, sta operando per cedere il 100% della proprietà ad altra società di cui non si conoscono né il piano industriale né la consistenza patrimoniale ma soprattutto, quali garanzie occupazionali intende concedere per tutelare i lavoratori che da troppo tempo vivono nell’incertezza e con grandi preoccupazioni il loro futuro.
Questa è l’ennesima iniziativa fatta cadere dall’alto da parte di una società che ha operato con le precedenti amministrazioni e che oggi, finita la festa, non trova di meglio che allontanarsi senza alcuna preoccupazione verso i dipendenti che, con professionalità e abnegazione hanno lavorato per lei”.
Sulla vicenda interviene anche l’ex sindaco Pierluigi Piccini. “Paycare, nata dalla riorganizzazione di Bassilichi/Nexi – scrive l’ex sindaco e attuale consigliere comunale di “Per Siena” -, ha deciso di cedere il 100% della proprietà a Comdata, società di call-center, controllata dal fondo americano Carlyle, con più di venti sedi in Italia e nel resto del mondo. Tutto si è svolto nell’ambito di una trattativa al Mise, il Ministero dello Sviluppo economico, mentre si stava valutando l’ingresso di un semplice partner nell’operazione di ristrutturazione aziendale. Poi il colpo di scena: l’amministratore delegato di Paycare ha annunciato ai sindacati, che stavano seguendo il percorso condiviso con il Ministero, l’improvvisa cessione. Lo scenario che si presenta agli 80 dipendenti della sede senese è drammatico: hanno commesse e, quindi, lavoro garantito fino al 2022, ma già dalla fine del 2019 i nuovi proprietari potranno trasferirli di sede. La prospettiva, quindi, è un licenziamento tra tre anni e, nel frattempo, un luogo di lavoro distante, probabilmente, centinaia di chilometri. I lavoratori della sede di Siena vivono, comprensibilmente, nell’incertezza. Non avendo garanzie per il futuro, molti pensano al licenziamento, ma senza avere un’alternativa certa. Ci sono 80 famiglie che vivono nell’angoscia, ma il sindaco si limita a lanciare accuse, lavandosi le mani rispetto a un impegno istituzionale. Avevamo previsto un tavolo di concertazione tra le istituzioni per affrontare anche questa situazione di crisi, facilmente prevedibile: avevamo fatto la proposta in Consiglio comunale ma la maggioranza ce l’ha bocciata”.
“Durante la vertenza Bassilichi/Consorzio Triveneto (gruppo Nexi) chiusa solo pochi mesi fa, si era sempre parlato di ricerca di un partner e mai di cessione dell’intera proprietà e invece ieri l’azienda ha informato di aver scelto di cedere in tempi brevi il 100% della proprietà di PayCare ad un soggetto già individuato”. Così invece una nota della Fiom Cgil di Firenze.
“PayCare – scrive il sindacato -, l’azienda che si occupa dei servizi tecnici collegati ai pagamenti digitali, conta oltre 200 dipendenti in tutta Italia di cui 42 a Firenze. Per questo le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro urgente sia alle istituzioni locali che al Ministero dello Sviluppo Economico con tutti i soggetti interessati e hanno dichiarato lo sciopero degli straordinari, della reperibilità e un pacchetto di 24 ore di sciopero a disposizione delle Rsu. Le prime 8 ore di sciopero sono state effettuate già nella giornata di oggi e per la sede di Firenze lo sciopero ha visto l’adesione della totalità dei lavoratori.”
Per Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze: “A due mesi dalla creazione della società, la proprietà viene ceduta integralmente. Siamo preoccupati per il passaggio della società ad un settore in cui le elevate competenze tecniche presenti in PayCare entreranno in una logica di riduzione dei costi sulla pelle dei lavoratori e non vorremmo ritrovarci in futuro di fronte a dichiarazioni di esuberi. Una cosa è certa: il silenzio di Leonardo Bassilichi sulla vicenda è assordante. Bassilichi, la sua azienda, da gennaio non esiste più ma è stata divisa in società diverse, alcune facenti parte del Gruppo Nexi mentre PayCare non avrà più neanche la garanzia di far parte di questo grande gruppo al contrario di quanto anche la famiglia Bassilichi aveva da sempre assicurato.”