“Per una Giustizia giusta”, oggi il dibattito sul Referendum organizzato da Italia Viva

“Referendum per la Giustizia giusta a garanzia della libertà e della democrazia”, questo il titolo del dibattito che si terrà stasera dalle 19 a Siena al bistrò il Battistero. L’iniziativa è organizzata dai coordinatori di Italia Viva dei comuni di Castelnuovo Berardenga e Rapolano Terme.

E sono previsti gli interventi di Massimiliano Scapecchi, coordinatore IV Castelnuovo Berardenga; Mario Lorenzini, coordinatore IV Rapolano Terme; Giulia Simi, membro congresso nazionale + Europa; Ginevra La Russa, coordinatore provinciale Europa Verde.

I quesiti referendari, le ragioni di Italia Viva

In una nota i membri di Italia Viva hanno poi ricordato le loro ragioni sui 5 quesiti referendari: per il sistema di elezione del Csm, se il quesito fosse approvato, “sarebbe più difficile per una parte della magistratura costruire nuove forme di correntismo”; sulla valutazione dei magistrati nei consigli giudiziari “l’obiettivo del referendum è smantellare il corporativismo giudiziario ed evitare l’autoreferenzialità della magistratura” in modo tale, spiegano da Iv, “che non siano solo i giudici a valutare i giudici, ma anche altri importanti protagonisti del settore, come appunto professori e soprattutto avvocati”; capitolo separazione carriere tra giudici e pm, “garantirebbe la piena realizzazione del principio del giusto processo di cui all’articolo 111 della Costituzione, secondo cui ogni processo si deve svolgere “davanti a giudice terzo e imparziale”; Limiti agli abusi della custodia cautelare: “non è vero che assassini, rapinatori o stupratori non finirebbero più in galera: per questi reati, e per quelli di mafia o di sovversione dell’ordine democratico, la custodia cautelare in carcere sarebbe ancora applicabile, mentre il quesito mira a limitare in modo decisivo il ricorso alle misure cautelari, in primis la custodia cautelare in carcere, che resterebbe in vigore solo per quei reati particolarmente gravi che giustificano un’attenzione alta da parte dello Stato”, ricordano da Italia Viva; Infine l’abrogazione della legge Severino, legge giudicata “lo strumento più potente che la politica abbia consegnato alla magistratura per farsi incastrare; il quesito mira ad abrogare la Legge Severino al fine di scongiurare i “processi politici”, in modo tale da evitare che siano i giudici a decidere – al posto del popolo – chi può essere eletto e chi no”.