La collettività può contribuire a ridurre “la diffusione della peste suina africana attraverso uno sforzo comune. Sforzo finalizzato a evitare l’insorgenza di focolai di malattia sul territorio toscano, grave minaccia per settori commerciali come l’export dei salumi e dei prosciutti e per l’attività venatoria”.
Questo il monito lanciato dall’Asl sud est in un comunicato stampa che riassume quanto accaduto nell’incontro di ieri a Campostaggia sulle misure di controllo e prevenzione della peste suina africana. Per l’Asl è prioritario “garantire una corretta gestione dei rifiuti urbani, soprattutto per quanto concerne la frazione organica che potrebbe attirare i cinghiali e contribuire al diffondersi della malattia; i cestini nelle aree verdi e nei parchi dove spesso vengono effettuati pic nic devono essere svuotati frequentemente. Durante l’incontro, è venuta fuori la necessità di sensibilizzare i cittadini su questo tema, installando adeguata cartellonistica con le informazioni fornite dal Ministero della Salute”, spiegano dall’Asl.
Durante l’iniziativa – che ha visto il dipartimento di prevenzione dell’Asl incontrare i rappresentanti della polizia provinciale di Siena, dei carabinieri forestali e delle polizie municipali dei comuni di tutta la provincia, e con il presidente degli Atc della Regione Toscana Roberto Vivarelli – sono state evidenziate le problematiche sanitarie e socioeconomiche derivanti dalla presenza dell’infezione sul territorio.
“La psa non è una malattia zoonotica, cioè trasmissibile all’uomo, ma rimane un grave pericolo sanitario per le popolazioni dei suidi a causa della sua elevata mortalità ed economico per le conseguenze derivanti dalle limitazioni all’esportazione dei prodotti di carni suine e allo scambio di animali”, dicono ancora dall’Asl.