Consumi di acqua e fertilizzanti quasi azzerati, l’impatto ambientale che viene ridotto al minimo. Ed alimenti che sono pensati per prevenire le malattie dell’uomo.
Questa è la rivoluzione che sta portando avanti Edo Radici felici, azienda di Colle Val d’Elsa, che dal 2015 lavora ad un’idea: ottenere cibo staccando la produzione delle piante da terra per portarla fuori dal suolo, senza l’uso del terreno.
Quale è il funzionamento? Le piante di fatto crescono con le radici libere nell’aria, in un ambiente protetto e moderato (ad 80 centimetri da terra). “Ci siamo messi all’opera dopo aver analizzato le nuove esigenze dei consumatori: sicurezza sanitaria, alimentare e benessere. Adesso collaboriamo con quattro dei principali stakeholder nazionali per le produzioni di quarta gamma”. Sono le parole di Andrea Pezzoli, uno dei fondatori di Edo Radici felici.
“Abbiamo voluto anche dare una risposta ai problemi vissuti dal mondo dell’agricoltura – prosegue-. Le aziende sementiere non sono più in grado di controllare certi agenti patogeni presenti nei terreni e questo incide enormemente nella produzione, che si può ridurre anche del 50-60%. Inoltre le aziende devono trattare i prodotti con un impatto che si genera sugli stessi terreni e lungo le falde acquifere”.
Da qui è partita quindi la riflessione di Edo Radici felici: staccarsi dal suolo ed andare a coltivare anche in zone inedite, come quella dei capannoni industriali abbandonati. Un modo questo che riduce anche il consumo della terra. “Prima di coltivare però – sottolinea Andrea – andiamo a controllare il clima, la presenza di Co2 ed ogni altro dettaglio”.
Come dicevamo nella mente di chi opera in questa azienda c’è anche l’intenzione di produrre alimenti pensati per combattere le malattie dell’uomo: “Stiamo lavorando sul controllo dei minerali nelle piante in modo da renderli funzionali alla nostra salute – dice ancora il fondatore di questa realtà -. Un esempio? Possiamo quindi biodiversificare le insalate con il selenio, in modo che poi questo possano agire sulla tiroide e sull’apparato cardicircolatorio e prevenire patologie come quella dell’Alzheimer”.
Un altro dato da non sottovalutare infine è il risparmio di acqua e fertilizzanti: “Ne sprechiamo il 98% in meno rispetto alle coltivazioni tradizionali – conclude Pezzoli-. Se vogliamo fare un confronto possiamo evidenziare che se un cesto di insalata normalmente fa consumare 7-8 litri di acqua, con la nostra idea il consumo è di 10 centilitri”