Equosistema ha cercato di analizzare quale potrebbe essere l’impatto del Pnrr sul territorio di Siena e della Toscana meridionale. “L’attenzione è stata posta soprattutto sulla missione 2 – Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica – ma anche alla mobilità sostenibile e al turismo”, si legge in una nota.
“Innanzitutto, date le caratteristiche del nostro territorio agricolo è auspicabile indirizzare una buona fonte di investimenti in quella che è definita ‘agricoltura di precisione’ – spiega l’associazione in una nota- . Sul nostro territorio, alcune aziende già hanno anticipato e lavorano in linea con le direttive stabilite dal Pnrr, e sono proprio queste aziende virtuose che l’Associazione vorrebbe coinvolgere in un dialogo costruttivo, volto a migliorare la loro esperienza, e soprattutto ad avvicinare anche altre realtà a questa strategia produttiva.
Equosistema si è inoltre focalizzata, in linea con la volontà del Pnrr di sviluppare una “filiera agroalimentare sostenibile”, sul tema della distribuzione dei prodotti a “km 0”. Il Pnrr “sembra non porre troppo l’accento sul concetto di “filiera corta”, mentre anche solo il buonsenso suggerisce che l’impatto sull’ambiente si riduce necessariamente abbattendo il carico di emissioni legate ai trasporti commerciali “, prosegue il testo.
Interesse anche alle Isole green a cui potrebbe essere associata la Toscana del sud, “essendo un territorio con una bassa densità di popolazione, che non ha una vocazione tipicamente industriale- continua la nota-: un territorio/laboratorio sperimentale per la riduzione, da un lato, e dall’altro il recupero/riutilizzo/riciclo in maniera circolare dei rifiuti dall’altro, nel quale sopperire alla mancanza di energia prodotta dai termovalorizzatori, incentivando altresì l’installazione di pannelli solari e altre fonti di energia rinnovabile, sfruttando anche l’ opportunità di migliorare i rendimenti energetici degli edifici offerta dal Superbonus 110%” .
“È importante ricordare infatti che l’UE ha stabilito i traguardi da raggiungere per quanto riguarda i rifiuti urbani, di cui il 25% dove essere destinato al recupero energetico attraverso i termovalorizzatori e il 10% alle discariche. In alcune zone questi obbiettivi sono già ampiamente raggiunti, in altre invece la situazione è molto più critica- proseguono dall’associazione-. Un aspetto potenzialmente negativo della soglia del 10% in discarica è rappresentato dai processi di consumo stessi, che potrebbero verosimile aumentare con la ripresa economica susseguente all’emanazione del Piano, generando di conseguenza un aumento della produzione dei rifiuti in valore assoluto. È quindi è necessario pensare fin da ora ad una strategia di recupero, alternativa all’apertura di nuove discariche o al loro ampliamento, favorendo anche una diminuzione di rifiuti”.
“Non ultimo, una maggiore circolarità delle risorse “a valle” dei cicli di vita dei prodotti dovrebbe andare di pari passo con investimenti massivi “a monte” sull’eco-design degli stessi – affermano-. Sia nella produzione che nell’imballaggio, e magari anche nei processi di filiera. Prodotti che si possano smantellare/scomporre/smaltire con meno dispendio di energia e i cui componenti possano essere facilmente recuperabili a valle. Naturalmente l’eco-design, applicandosi in fasi precoci del ciclo di vita, nel mondo globalizzato di oggi è un approccio di difficile attuazione, semplicemente perché potenzialmente al di fuori del controllo industriale nel nostro territorio (uno dei motivi per i quali, probabilmente, il PNRR si concentra poco sul tema). Ma dove possibile, invece, l’eco-design dovrebbe essere sempre incentivato ed Equosistema si impegnerà a proporre soluzioni per incoraggiarne l’implementazione”.
“A partire dalla complicata esperienza vissuta da molti cittadini impegnati nella richiesta del Superbonus 110% – si legge ancora-, emergono anche nella Pubblica amministrazione della nostra città dei deficit in campo di digitalizzazione, che potrebbero essere colmati con l’accesso ai fondi destinati alla missione 1, proprio al fine di digitalizzare intere banche dati cartacee di uffici strategici per la vita di professionisti – e comuni cittadini -, e rendere disponibile un accesso da remoto ai dati necessari per lo svolgimento di pratiche burocratiche”.
“Relativamente a questa missione, se Siena è stata una città all’avanguardia negli anni passati, come prima città cablata d’Italia, adesso si rendono assolutamente necessari interventi per garantire l’accesso a una rete internet efficace e veloce, in ogni parte del territorio cittadino e della provincia-prosegue la nota-. Questa esigenza non emerge soltanto dalle necessità dovute all’incremento del cosiddetto lavoro agile per i cittadini e i lavoratori di Siena e della sua provincia, ma anche in vista di un turismo che sta tornando ad investire sulla qualità dei servizi e sul benessere a 360 gradi; con l’aumento della possibilità di svolgere la propria attività lavorativa in smart working, crescono di pari passo anche le richieste da parte di professionisti di avere la possibilità di un accesso ad una rete internet efficiente, ad esempio, per poter lavorare durante la permanenza, anche piuttosto prolungata, negli agriturismi del nostro territorio, che però spesso mancano di un collegamento alla fibra”.
In termini di sviluppo turistico, l’Associazione Equosistema, si è soffermata anche sulla missione 3, “relativa alle infrastrutture per una mobilità sostenibile; ovviamente l’investimento sulle infrastrutture non avrebbe solo un ritorno in termini di spostamento dei flussi turistici più agile e a minor impatto ambientale, ma anche sulla vita di chi vive e lavora a Siena e nelle province limitrofe. Considerando che la quota prevista per la totalità della rete ferroviaria sarà di 25 miliardi non sembra che il nostro territorio potrà giovare di tali interventi, rimangono infatti stanziati i 167 milioni tra Regione e RFI per il raddoppio Granaiolo-Empoli e l’elettrificazione di tutto il tratto Empoli-Siena, elettrificazione quest’ultima che se comparato ai piani avveniristici dei treni ad idrogeno del Pnrr sembra un progetto nato già vecchio”.
“È importante quindi, per raggiungere tali obbiettivi, creare una rete tra tutti i protagonisti della Toscana meridionale, collaborando per un progetto unico, armonico e incisivo”, concludono.
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