Ci sono brevi notizie di agenzia, che aprono tante porte di riflessione.
Ad esempio, questa: “saranno circa 10 milioni e 535 mila gli italiani (tra maggiorenni e minorenni) che si metteranno in viaggio in occasione del ponte di Ognissanti. Lo rivela la ricerca di Federalberghi, effettuata dall’Istituto Acs Marketing Solutions Il 90,5% dei vacanzieri italiani resterà nel Belpaese mentre il 9,5% andrà all’estero. Quasi il 70% di chi resterà in Italia (69,8%), rimarrà nella stessa regione di residenza”.
In cinque righe – pur con tutte le cautele necessarie quando si parla di dati statistici e percentuali che riguardano il turismo – si riesce ad inquadrare che quello del 1° novembre, tradizionalmente il giorno che chiude il periodo di alta stagione, dovrebbe produrre buoni numeri per gli operatori del settore, grazie ad un’altissima percentuale di italiani che scelgono ancora il proprio paese, anzi addirittura la propria regione.
Insomma, la cosiddetta staycation, cioè la vacanza vicino a casa, che fu praticamente un obbligo nei mesi del lockdown e delle autocertificazioni, si sta consolidando come una tendenza: al momento appare ancora dettata dalla cautela di evitare possibili contagi, ma con la potenzialità di diventare un fenomeno di medio periodo, se le destinazioni sapranno essere attrattive anche per un pubblico di casa, che fino al 2019 non veniva sinceramente preso in considerazione.
La ricerca commissionata da Federalberghi ha poi il merito di parlare anche di soldi, dicendo che “la spesa media, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, si attesterà sui 388 euro a persona (363 euro in Italia e 558 all’estero) ed il giro di affari complessivo si attesterà su circa 3,16 miliardi di euro. Le spese di pernottamento incidono sul budget per il 22,2%; le spese di viaggio per il 19,1%, e quelle relative ai pasti per il 28,7%. Il capitolo più corposo della spesa (30,0%) riguarda le altre voci (lo shopping, i divertimenti, etc.), a conferma della capacità del turismo di “distribuire” ricchezza sul territorio, ben oltre i confini classici del settore”.
Anche in questo caso poche righe, ma dense di informazioni interessanti per capire le tendenze di spesa (e la disponibilità, naturalmente) dei turisti italiani, anche se è sempre pericolo affidarsi al concetto di “spesa media”, tanto più adesso che è possibile profilare i comportamenti quasi di ogni singolo turista. Tuttavia, un 60% del totale di spesa, quasi equamente diviso fra pasti ed altre attività ci dice che su questi due lati va impostata ogni politica di accoglienza che voglia avere successo.
Roberto Guiggiani