“In Italia è da anni che i governi portano avanti politiche disastrose sul lavoro, – denuncia il NIdiL CGIL di Siena – ed i risultati sono drammatici anche in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro e di precarizzazione”.
“La probabilità che un’azienda subisca un controllo da parte dell’Ispettorato sul Lavoro – spiega il sindacato precari della CGIL – è una ogni 8 anni; in provincia di Siena ci sono la ‘bellezza’ di 2 Ispettori del Lavoro che dovrebbero controllare circa 30.000 imprese. Nella sua relazione annuale presentata in Parlamento lo stesso Ispettorato Nazionale del Lavoro ha certificato che oltre l’85% delle aziende visitate presenta irregolarità. E’ evidente che non aumentare gli organici ispettivi e non coordinarli con quelli di Asl e Inail è una scelta politica che premia l’illegalità e la disincentivazione di investimenti datoriali in sicurezza e la conseguenza più drammatica è che abbiamo una media di 3 morti sul lavoro al giorno”.
“Ci sono imprese che sempre di più utilizzano precari, con contratti di pochi giorni, – accusa l’organizzazione sindacale – a cui non consegnano nemmeno i DPI tanto è breve il periodo lavorativo. Altre aziende abusano di una stortura di sistema come la vecchia alternanza scuola-lavoro (ora PCTO) utilizzando gli studenti come fossero veri e propri lavoratori ed esponendo così ragazzi e ragazze a grandissimi rischi per la loro salute e sicurezza. Sapere di un ragazzo di 18 anni che invece di essere a scuola per formare la propria consapevolezza di cittadino libero era in un’azienda metalmeccanica in cui perdeva la vita è da paese del terzo mondo”.
“Avere i salari più bassi d’Europa in un mercato del lavoro sempre più povero, parcellizzato e diviso, sempre più precario, con le donne emarginate ed escluse, – sottolinea il NIdiL CGIL – è un dramma a cui la politica non sa trovare soluzioni. Il dumping contrattuale praticato dalle imprese come sistema di aggiramento dei CCNL tramite la stipula di contratti ‘pirata’ con sindacati non rappresentativi e compiacenti deve finire, a cominciare dal settore del delivery: è ora di smettere di usare i nuovi braccianti delle città come schiavi, i rider sono i più sfruttati in questa perversa spirale di un settore in forte crescita economica e di fatturato per le aziende”.
“La politica torni ad ascoltare i lavoratori ed il sindacato, – conclude la sigla sindacale – prenda misure che contribuiscano a creare una società migliore, più coesa, più inclusiva e senza lo sfruttamento dei giovani, combatta il precariato, incominciando ad abolire le innumerevoli forme di contratto parasubordinato o finto subordinato, come anche in Spagna hanno iniziato a fare, e le istituzioni procedano con un controllo capillare di tutte le imprese introducendo forme di penalizzazione più incisive e certe per chi non rispetta le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
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