“Momento velato di tristezza, a quest’ora la collegiata sarebbe stata gremita di persone e persone. Il segno è quel porta Palio che stasera è vuoto”. A parlare è don Enrico Grassini, parroco della chiesa di Provenzano dove si sta tenendo l’offerta del cero alla Madonna. Sarebbe dovuto essere un momento di cerimonia, di festa, la chiesa di Provenzano avrebbe accolto un tripudio di colori accompagnati dal dolce suono dei tamburi, dal delicato sventolio di bandiera. In questo giorno non succederà niente di tutto ciò, solo le charine ed i vessilli del Comune e delle 17 contrade, precedute dal sindaco di Siena ed i 17 priori che offriranno il cero, in una chiesa vuota.
“Amare Siena significa non solo postare le foto bellissime della nostra città ma amare la sua gente, lottare per loro, esporsi per loro – ha detto don Enrico Grassini -. E la gente chiede a voi che avete responsabilità di avere l’intelligenza di vedere il punto di luce in mezzo alle tenebre della paura. E Maria, stella tra le stelle, punto di luce, chiediamo di illuminare il nostro cammino. Oggi questo cero rappresenta l’offerta che facciamo a Maria. Don Enrico Grassini, parroco di Provenzano ha parlato così rivolgendosi alle autorità presenti, un monito dolce ma fermo che inviti chi ha ruolo di responsabilità ad essere davvero responsabile nelle azioni”.
Presente alla cerimonia anche il sindaco De Mossi, anche lui affranto dal vedere una chiesa vuota che solitamente avrebbe accolto centinaia di persone. Persone che trasudano speranza, nell’attesa che faccia il suo ingresso il Palio, il cosiddetto ‘cencio’, per poterlo toccare con mano come se fosse fosse un arrivederci, aspettando di poterlo rivedere nella chiesa di contrada. Un Palio che potremo solamente immaginare.
“Una giornata strana, particolare. Vi vedo e vi riconosco per quello che siete e che sarete”. Così il sindaco Luigi De Mossi comincia a parlare ai presenti: “ Oggi doveva essere una giornata di competizione e condivisione e invece siamo sospesi in un tempo strano ma una cosa è certa: mai più. Mai più una cosa simile. Anche sé questa sospensione sono certo ci servirà. Questa città meravigliosa non è completa senza il nostro essere, senza i nostri giorni. La città ha risposto in maniera che mi inorgoglisce. Quando siete attaccati rispondete con fermezza, quando ci sono ostacoli li superate. Io vedo 17 popoli dietro ai propri dirigenti, li vedo stasera anche se non possono esserci. Orgogliosi e fieri, con la storia e il futuro: lasciate agli altri le corse di cavalli, noi siamo altro. L’orgoglio non è mio ma vostro. Ditelo ai vostri popoli”.