“Per raccontare le emozioni del lockdown e il loro impegno in questo periodo lo scorso anno la Pubblica Assistenza chiese ai volontari di mettere nero su bianco le loro storie. Ne è nata una raccolta che è stata inviata anche alle massime cariche ecclesiastiche e statali del paese. E il Vaticano ha risposto. Ringraziando di questa iniziativa”.
Così inizia la vicenda che vede come protagonisti la Pubblica Assistenza e i volontari di Poggibonsi, e la segreteria di Stato del Vaticano. “Egregio Signore, con recente lettera Ella, anche a nome dei volontari di codesta Associazione, ha voluto far pervenire a Padre Francesco, quale segno di devoto omaggio, una pubblicazione da Lei curata. Nell’accogliere con animo riconoscente i sentimenti che hanno suggerito il premuroso gesto, Sua Santità assicura un particolare ricordo al Signore e, mentre incoraggia a perseverare con umiltà e cristiana carità tale compito, ricorda che ciò che si fa ai bisognosi diviene un riverbero della vicinanza di Dio Padre, della sua tenerezza per ognuno dei suoi figli. Invocando su di Lei, sui Volontari, sul Consiglio Direttivo e sulle persone care la materna protezione della Beata Vergine Maria, di cuore in parte la Benedizione Apostolica, con l’auspicio che lo Spirito Santo conceda a tutti fortezza nella fede e feconda pace interiore. Con sensi di distinta stima mi confermo devotissimo”. Questa la lettera di Monsignor L. Roberto Cona che letteralmente ha scritto al presidente Fabrizio Fabiani.
“Nel libro “Il Venticinquesimo racconto” ci sono le parole dei volontari raccolti in ventiquattro narrazioni. Il venticinquesimo è il racconto che nascerà dall’insieme di frasi e momenti diversi. Un modo ulteriore per rappresentare la pandemia, ciò che ha lasciato nell’animo delle persone, per descrivere il ruolo che le associazioni di volontariato hanno avuto e hanno”, fanno sapere dalla P.A di Poggibonsi. Non a caso, nella lettera di accompagnamento a Papa Francesco, il presidente Fabrizio Fabiani, ideatore dell’iniziativa, scrisse: “Lei Santità ha parlato già nel 2013 della Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. Noi anche siamo stati un ospedale da campo in questi mesi”.
“Ci siamo lanciati lontano e abbiamo raccolto dei ringraziamenti che davvero non aspettavamo – fa notare Fabiani – Nel libro ci sono racconti di pronto soccorso sulla pandemia durante il lock down e nei mesi successivi. Lo scorso anno nel periodo oscuro Covid siamo partiti con quello che avevamo, visiere da agricoltura per esempio. E poi, tanta preoccupazione ed equipaggi con tanti ragazzi e ragazze meravigliosi con una media di età di 25 anni. La voglia di esserci c’era. Più complesso affrontare il problema psicologico. Allora arrivò la proposta di scrivere. Scrivere è terapeutico. L’abbiamo pubblicato a costo zero e mandato ai soci con il calendario. Vogliamo poter continuare ad usare questo strumento per mettere in comunità le esperienze, la scrittura e non solo”.
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