“Chiediamo Body cam e Dash cam in modo che possa essere registrato tutto ciò che avviene, servono telecamere che registrino h24”, lo afferma il presidente del sindacato Uspp Giuseppe Moretti.
Moretti oggi, mercoledì 2 marzo, era fuori dal carcere di Ranza, dove 10 agenti sono stati condannati in primo grado per i reati di tortura e lesioni aggravate, per attendere l’arrivo del leader della Lega Matteo Salvini. “Ciò che avviene in carcere deve essere trasparente e visibili a tutti e noi non abbiamo problemi ad avere strumenti del genere”, prosegue.
Il motivo per cui il sindacato di agenti di polizia penitenziaria è stato spiegato in un comunicato. “Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi appartenenti al corpo di polizia penitenziaria protagonisti di una vicenda giudiziaria ancora tutta da chiarire”, continua Moretti parlando congiuntamente con vicepresidente Francesco Laura. “Posto che siamo fiduciosi sull’esito finale delle fasi successive del processo, oggi solo al primo step, confidando nella celerità e imparzialità della magistratura tenuta a valutare l’operato di servitori dello Stato che lavorano nel carcere toscano in condizioni di considerevole sotto organico ”
I due hanno ricordato che a Ranza mancano 38 unità rispetto alle 229 previste dal decreto Orlando del 2017: “siamo certi che le donne e gli uomini appartenenti al corpo siano le vere vittime delle disfunzioni stratificate del sistema penitenziario e, tra queste, l’assenza di un modello operativo adeguato a disciplinare gli interventi del personale in occasione di episodi violenti che si verificano all’interno delle carceri – affermano-. Di fatto per contrastare l’illegalità e il mancato rispetto delle regole penitenziarie da parte di detenuti violenti i colleghi finiscono per essere esposti a denunce e ad una conseguente gogna mediatica favorita da una politica ipergarantista”.
In particolare, Francesco Laura che riveste anche il ruolo di responsabile dell’area dirigenziale dell’Uspp, sottolinea altresì “l’importanza della presenza di un comandante di reparto in ogni istituto e le difficoltà di gestire situazioni così complicate, come in questo caso, senza uomini, con scarsi mezzi e con un numero elevato di detenuti superiore alla capienza regolamentare”.
Infine l’appello alla ministra della Giustizia Cartabia, “occorrono misure tangibili per garantire l’incolumità e la dignità lavorative del personale, troppo facilmente esposto al pubblico ludibrio”.
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