Due rapine nello scorso dicembre spacciandosi per falsi carabinieri in autostrada, 4 spaccate ai danni di bancomat di Roma e Perugia, 10 episodi di furto tra Siena e Macerata compiuti tra agosto e dicembre. Questi i crimini commessi da una banda sgominata dai carabinieri di Siena a conclusione di indagini iniziate nel settembre 2020, indagini che alla fine si sono allargate fino a scoprire ulteriori novità che hanno portato a nuovi capi d’imputazione. Otto i fermi e tra questi cinque gli arresti effettuati in queste ultime ore, si stanno ancora cercando tre persone. Diciannove, in tutto, gli indagati a vario titolo.
Al centro di tutto, la famiglia. I legami familiari erano riusciti a tessere una tela entro la quale i malviventi, tutti già noti alle forze dell’ordine e alcuni pluripregiudicati, si muovevano con sfacciataggine prendendosi gioco della giustizia e della legge, tanto che l’operazione è stata proprio denominata “ostentazione”. Madri, figli, padri, cugini, fratelli e un ruolo preponderante nel clan lo avevano le donne, mandata in avanscoperta per verificare luoghi e obiettivi.
“Potevano contare sempre sul supporto della famiglia che si attivava per dare una mano, anche con il recupero della refurtive”. Questo è stato detto durante la conferenza che ha spiegato i dettagli dell’operazione, che è stata condotta dai militari senesi in tutto il centro Italia. Otto, dicevamo, i soggetti, tutti di etnia sinti, sui quali ha effetto lo stato di fermo emesso dalla procura di Siena per pericolo di fuga, con riferimento a 13 capi d’imputazione. Sono invece 19 gli indagati. “Si scambiavano i ruoli e riuscivano a compiere rapine e spaccate”, dice il comandante provinciale dei carabinieri Nicola Ferrucci. Le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Siena Salvatore Vitello e dal sostituto procuratore Siro De Flammineis, sono partite in seguito all’analisi di alcuni furti in abitazione, compiuti la scorsa estate nel nostro territorio, da parte della stazione carabinieri di Castelnuovo Berardenga. Gli approfondimenti investigativi hanno delineato l’articolata composizione del gruppo che ha basi logistiche in tutta l’Italia centrale.
Adesso i militari del comando provinciale stanno portando a termine una vasta operazione tra Siena, Arezzo, l’Umbria, il Lazio e le Marche. “Non avevano regole e hanno continuato anche con le misure restrittive per l’emergenza covid. Nel periodo più grave della pandemia scorrazzavano in tutta Italia”, è il commento di Vitello che aggiunge che le batterie di chi agiva “erano composte da diverse famiglie che avevano, in qualche modo, dei legami di parentela. In una delle loro auto abbiamo applicato un’ambientale e, grazie alle intercettazioni, ci si è aperto un mondo. Ne abbiamo presi 5 tra ad Assisi, Teramo e Tivoli, tra campi rom e abitazioni”.
Per le rapine era stata individuata una macchina veloce e, simulando l’acquisto in un concessionario nella provincia d’Arezzo, l’avevano rubata durante un giro di prova. Il mezzo veniva poi utilizzato in strada per tentare nuove rapine. Tra i membri della banda ci sono infatti anche i falsi carabinieri che terrorizzavano gli autisti nei mesi scorsi, sulla Siena- Bettolle, a bordo dell’Audi A3. Utilizzavano armi, lampeggianti e casacche con scritto “carabinieri”. “Sapevano come muoversi: durante i colpi spengevamo i cellulari in modo da non consentire presenza sul posto del furto”, spiega De Flammineis.
Per le spaccate ai danni degli istituti venivano usati un carro-attrezzi ed una macchina veloce. Una parte del gruppo ‘assaltava’ il bancomat: con il mezzo pesante venivano sfondate le pareti dell’atm, successivamente si tagliava i cavi elettronici e il bancomat veniva portato via (in un secondo momento, altri membri della banda, lo avrebbero aperto). Un bancomat, addirittura, è stato trovato sul lungo Tevere dopo che i ladri erano riusciti a d aprilo e svaligiarlo.
L’attività di indagine ha permesso, inoltre, di accertare l’esistenza di numerosi appoggi logistici nel centro Italia, che fornivano ai 19 indagati un costante sostegno nelle attività delittuose. Nel corso dell’operazione, sono state eseguite anche 8 perquisizioni nei confronti di altrettanti soggetti con l’ausilio di personale del nucleo cinofili di Firenze e Roma.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi
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