Semplificazione, l’istituzione di un assessorato regionale all’agroalimentare, il contenimento degli ungulati, le politiche strategiche sulla salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Sono alcuni dei temi di confronto affrontati nell’incontro organizzato da Coldiretti Siena – il primo che affronta temi specifici- con i sei candidati alle elezioni regionali della provincia di Siena – Laura Almerico e Rossanna Zari della Lega, Eros Trabalzini di Fratelli d’Italia, Fabio Massimi Castellani di Forza Italia, Simone Bezzini del Partito Democratico e Stafano Scaramelli di Italia Viva -.
“Abbiamo necessità di risolvere problemi pratici, navighiamo in un mare nuovo. Per gli agricoltori senesi la situazione non è facile”, ha detto il presidente di Coldiretti Siena Giacomo Neri rivolgendosi ai candidati, ” vogliamo creare reddito e occupazione, abbiamo il desiderio di dare lavoro, valorizzando il territorio. Chiediamo maggiore concertazione, l’accesso al credito, la semplificazione economica, la gestione della fauna selvatica e la valorizzazione del territorio agricolo senese. I nostri imprenditori sono pronti ad affrontare questa fase di difficoltà ma chiediamo un aiuto dalla politica”, prosegue Neri.
“Gli agricoltori chiedono di guadagnare quando vendono e chiedono rispetto ” è quanto ha detto Laura Almerico che poi ha aggiunto, “in Toscana ci sono tante possibilità per assumere, ma l’aziende devono prima creare fatturato – prosegue -. Bisogna dare possibilità alle imprese di comprare macchinari moderni che possono dare lavoro alle persone. Sul problema dei cinghiali bisogna creare le condizioni affinché i produttori e i cacciatori facciano squadra per risolvere il problema”.
Per Simone Bezzini, “la Regione deve esercitare un potere negoziale forte su questa nostra ricchezza. C’è bisogno quindi di un assessorato forte che organizzi politiche di rilievo e che faccia collaborare il settore con l’industria e con la grande distribuzione – afferma-. In Regione andrà istituito un tavolo su agricoltura e ambiente che semplifichi, oltre alle procedure burocratiche, la relazioni tra le imprese e i vari livelli della Pubblica Amministrazione”, poi Bezzini, parlando della fauna selvatica, ha proposto “una conferenza stato-regione per intervenire sulle norme di contenimento degli ungulati ed interventi concreti come nel nuovo piano faunistico venatorio”.
Fabio Massimo Castellani è intervenuto sull’argomento della semplificazione spiegando che “sulle stesse normative comunitarie ci sono tempi di risposta diversi rispetto all’Italia, bisogna snellire la struttura centrale a livello regionale. Nella burocrazia vanno ridotti i tempi di risposta perché gli imprenditori agricoli hanno bisogno di tempi di risposta semplici e quindi va snellita la struttura centrale regionale”.
Stefano Scaramelli ha ricordato delle misure messe in campo dalla Regione nella scorsa legislatura regionale, “nei prossimi sette anni dobbiamo metterci seduti a studiare come usare i 235 milioni di euro di fondi covid della comunità europea- ha detto -. Vanno valorizzati percorsi di filiera e le nostre qualità . L’agricoltura va vista in maniera trasversale, dalla produzione, alla commercializzazione e all’internazionalizzazione dei nostri prodotti. L’agricoltura può essere protagonista dei processi industriali ed economici della Toscana”.
Per Eros Trabalzini  in un mondo globalizzato come il nostro “va ripensata la promozione dei beni -sostiene-. Servono politiche di comunità per i prodotti: vanno sostenuti e aumentarne i valori di vendita. La politica deve essere di sistema, una Regione che esporta e produce Pil può investire nelle infrastrutture e portare nuovo sviluppo alle piccole realtà agricole del territorio – prosegue-. Bisogna mettersi intorno ad un tavolo con gli agricoltori, questi devono avere la possibilità di gestire il brand ‘made in Tuscany ‘con misure semplici. Gli agricoltori vanno agevolati a partire da un prezzo adeguato dei loro prodotti senza andare contro gli interessi della grande distribuzione”.
Rossanna Zari ha criticato alcune scelte della Regione: “Spende il 2,58% del suo bilancio in agricoltura, così capiamo che questa non è al primo posto degli interessi delle politiche toscane. La semplificazione amministrativa va fatta partendo dalle operazioni più piccole e più semplici, sono quelle che imbrigliano le imprese – continua-. Bisognerà investire nell’agricoltura di precisione e nello sviluppo sostenibile, va bene puntare sul biologico ma ricordiamoci che sono comunque prodotti di nicchia”.