Report Fipe, la pizza di Siena tra le più care d’Italia. La Confcommercio: “Il dato è strano, chiederemo chiarimenti al Mise”

Sorpreso: si è definito così Daniele Pracchia, direttore di Confcommercio Siena,  quando ha letto il dato del report annuale della Fipe sul costo medio di una pizza e di una bibita.

Quei parametri della Federazione dei pubblici esercizi per l’associazione rappresentano un valore strano rispetto ai costi di un pasto nelle pizzerie che si trovano in altre realtà del nostro paese, soprattutto al nord.

Facciamo però un breve riepilogo di quanto accaduto negli scorsi giorni. Nel report Fipe sulla ristorazione che ha preso in analisi i dati Istat del 2022 è stato scritto che a Siena una pizza e una bibita costano in media 14,36 euro. Ed è il secondo prezzo più alto in Italia visto che in questa speciale classifica meglio di noi fa solo Reggio Emilia con 15,59 euro di media, mentre Rovigo – ultima in classifica – con i suoi 8,09 euro appare un miraggio.

Tra l’altro bisogna anche segnalare un ulteriore dato: se si paragonano i numeri del rapporto Fipe dello scorso anno con questo che è stato recentemente pubblicato si vede che il prezzo è passato dagli 11,96 euro che venivano spesi in media nel 2021 ad, appunto, 14,36 che fanno riferimento al 2022.

In un anno nel nostro territorio una pizza e una bibita costano 2,4 euro in più e l’incremento in percentuale è del 16,7%. L’inflazione quindi ha inciso anche se questo aumento dei prezzi è decisamente sproporzionato rispetto a quanto registrato in media nel resto d’Italia (l’incremento medio è del 5,4% ndr.).

Da qui la necessità di Confcommercio di approfondire l’argomento. Fipe, come detto da Pracchia, ha fatto sapere di aver raccolto i dati attraverso  l’Osserva prezzi del Mise che raccoglie una pluralità di fonti di fonti, tra cui quella degli uffici comunali di statistica.

Confcommercio quindi, rivela Pracchia, “si sta attivando per chiedere un approfondimento” al Comune, soggetto che raccoglie i dati statistici per l’Istat sul territorio, “per capire la composizione del campione e il tipo di rilevazione”. Nello stesso tempo, ha aggiunto il direttore dell’associazione di categoria,  “sarà chiesta una delucidazione al Ministero per capirne di più e perché il dato complessivo sul pasto pizza di alcune grandi città è diverso, e molto più basso, dalla realtà di cui tutti facciamo esperienza”