La Toscana fa meglio di altre regioni sull’export e questo è un segnale positivo, che potrebbe far da traino anche per i settori che ancora non si sono del tutto ripresi. Lo ripetono un po’ tutti, dal presidente Giani all’assessore Marras al direttore dell’Irpet Sciclone, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti della nota periodica congiunturale.
“Sono molto contento dei dati che arrivano dall’analisi economica e che riguardano già il primo trimestre – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – Sul piano della produzione ci sono segnali molto forti di ripresa, superiori in alcuni casi (e di parecchio) anche al resto d’Italia. Sono segnali incoraggianti. Certo non valgono per tutti: ci sono settori ancora in ritardo ed altri, come la moda, che hanno potenzialità di ripresa al momento inespresse. Ma se il trend si dimostrerà stabile, alla fine si rifletterà anche sul fronte dell’occupazione”.
Inevitabile il riferimento alla crisi aziendali in corso, a partire da quella della Gkn. “Sono una quindicina – dice Giani, rispondendo ai giornalisti – e come Regione le stiamo tutte seguendo nella loro evoluzione”. Poi l’annuncio che riguarda un segmento dell’universo della formazione e istruzione: “Amplieremo gli Its (gli istituti tecnici superiori, che si possono frequentare dopo le scuole superiori in alternativa all’università ndr). Hanno dati ottimi risultati sul fronte della veloce occupazione degli studenti e ci investiremo”.
Rincuorata dai dati di Irpet anche l’assessore all’economia della Toscana, Leonardo Marras – “C’è sollievo nel constatare un trend migliore dello scenario che era stato previsto, sebbene – commenta – ancora sia presto per trarre conclusioni e la preoccupazione di uno strappo sociale sul fronte del lavoro è ancora presente”. “È importante – aggiunge – da subito sostenere la propensione all’export, per recuperare terreno proprio nei settori della produzione maggiormente colpiti. Pensiero a parte vale per il turismo, dove dobbiamo attendere che riaprano i flussi dalle provenienze più lontane”
“Dopo molti mesi con tutti i segni negativi iniziamo a veder anche segni positivi e il più importante è quello che riguarda l’export – spiega Nicola Sciclone, direttore di Irpet (l’istituto di programmazione economica della Regione) – Nel primo trimestre è cresciuto di oltre il 14 per cento, più di quanto si osservi nel resto d’Italia o in regioni che hanno una grande capacità di intercettare la domanda estera come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
“Sull’occupazione – aggiunge – c’è ancora da recuperare rispetto alle perdite avute nel 2020. La cassa integrazione è tornata a flettere, ma non in tutti i settori, come ad esempio quello dei servizi legati al turismo e al tempo libero. Quanto alla moda, sta soffrendo il consolidamento del clima di fiducia che ancora non c’è stata e la domanda interna non ancora tornata ai livelli pre-crisi: di una crisi, vale la pane ricordarlo, che è esogena al sistema produttori e dove la non risoluzione ancora dell’emergenza sanitaria continua ad avere effetti pesanti”.