“Un milione di euro per la progettazione di fattibilità dell’invaso di San Piero in Campo, un’opera che, in questo periodo storico in cui è necessario garantire un costante miglioramento della raccolta e stoccaggio delle risorse idriche, è essenziale ai fini irrigui per l’agricoltura, ai fini dell’uso razionale delle risorse idriche potabili e per il mantenimento della biodiversità in Val d’Orcia”.
Lo sottolinea il Senatore del Partito Democratico Silvio Franceschelli dopo che l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale ha approvato la proposta di ammissione a finanziamento sul “Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, nonché per la project review delle infrastrutture già finanziate” del Ministero delle Infrastrutture.
Una progettazione individuata anche a seguito dell’approvazione, da parte della Regione Toscana, di un atto di indirizzo frutto del coordinamento con i consorzi di bonifica e con gli altri soggetti interessati per identificare “le principali priorità del territorio toscano, in base alla rilevanza regionale degli interventi anche in relazione alla gestione delle crisi in caso di scarsità di risorsa idrica nonché a specifiche esigenze locali”.
“Con questo finanziamento auspico si giunga velocemente ad una progettazione attualizzata e questa sia il fondamento della realizzazione dell’opera incompiuta e per la quale esiste già la disponibilità dei terreni, oltre a procedere ad una semplificazione delle procedure per la manutenzione degli invasi, sempre nel rispetto dell’ambiente e delle produzioni; su questi temi saremo attenti e vigili per il raggiungimento delle scopo prefissato”.
Proprio sul tema della siccità e degli invasi il Senatore Franceschelli aveva presentato nelle settimane scorse un’interrogazione al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, per conoscere quali iniziative avrebbe inteso attivare per garantire un costante miglioramento della raccolta delle risorse idriche negli invasi esistenti in tutto il territorio nazionale, per consentire un uso razionale delle risorse idriche disponibili e tutelare la produzione agroalimentare.
“Numerosi agricoltori – conclude Franceschelli – hanno evidenziato la necessità di una normativa ‘sostenibile’ che consenta loro di realizzare piccoli invasi nelle zone collinari, fondamentali per affrontare in sicurezza le stagioni produttive e le annate anomale dal punto di vista climatico, senza gravare sulle risorse idriche in falda, dei fiumi e dei laghi, considerato che l’irrigazione è un’esigenza stabile necessaria a garantire la produzione e la qualità del prodotto agricolo al punto da definire il Piano Nazionale Irriguo quale infrastruttura strategica di valenza nazionale. I piccoli invasi sono altresì uno strumento essenziale per il contenimento degli incendi nelle aree interne”.