Per il secondo anno consecutivo, il gruppo di ricerca Demoskopika ha pubblicato l’Indice di performance sanitaria delle 20 regioni italiane: nel 2016 il Piemonte scavalca il Trentino Alto-Adige aggiudicandosi il primo posto, mentre è la Calabria la regione più “malata” d’Italia. La Toscana avanza ma resta fra le regioni “influenzate”, comunque non troppo lontana dalle eccellenze
Sette regioni “malate” e nove “influenzate”, fra cui la Toscana. Allo stesso tempo scendono a quattro le regioni “sane”. È questo il preoccupante quadro che emerge dal rapporto annuale di Demoskopika sulla performance dei servizi sanitari regionali, realizzato prendendo in considerazione sette diversi indicatori: soddisfazione dei pazienti, mobilità attiva, mobilità passiva, spesa sanitaria, famiglie impoverite a causa di spese sanitarie straordinarie, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, costi della politica. E non è tutto. In un contesto nazionale che vede il persistere di profonde disparità fra nord e sud, nel 2016 sarebbero circa 10 milioni gli italiani che hanno rinunciato alle cure, scoraggiati soprattutto dai costi troppo alti (17,4%) o dalla lunghezza delle liste di attesa (12,8%). Bocciato anche il federalismo sanitario: circa 2,4 milioni di italiani hanno dichiarato che nell’ultimo anno non hanno avuto la possibilità di occuparsi della propria salute o di quella di un familiare perché “curarsi fuori costa troppo, non fidandosi del sistema sanitario della regione in cui vive”.
La Toscana guida le regioni del centro, crollo del Lazio
Con un punteggio di 370,7 punti il sistema sanitario toscano finisce fra gli “influenzati”, a metà strada fra “sani” e “malati”. Tuttavia, la Toscana migliora il proprio ranking di cinque posizioni rispetto all’anno precedente, facendo così registrare il miglior risultato del centro Italia. Nel gruppo delle regioni “influenzate” riesce a fare meglio della Toscana soltanto la Valle d’Aosta (375,4 punti), mentre alle loro spalle troviamo Marche (364,7 punti), Umbria (351,8 punti) e Molise (347,2 punti). Ancora più in basso ci sono Veneto (336,3 punti), Liguria (335,9 punti) e Friuli Venezia Giulia (319,6 punti). Chiude il gruppo il Lazio, che perde dieci posizioni rispetto al 2015, con una valutazione di 318,1 punti che le evita di finire nella “zona rossa”.
Al nord regna l’eccellenza, inefficienze diffuse al sud
Basta un rapido sguardo alla mappa dell’indice di performance sanitaria – che classifica le regioni in base ai risultati ottenuti in tutti e sette i campi di indagine – e un dato risulta immediatamente evidente: le quattro regioni “sane” si trovano tutte al nord, mentre quelle meridionali occupano le ultime posizioni della classifica. In vetta troviamo infatti il Piemonte (con 492,1 punti), che vanta il sistema sanitario più efficiente d’Italia. Seguono la Lombardia – che, con 450,5 punti, conferma la stessa posizione dello scorso anno – e l’Emilia Romagna (438 punti). Chiude il gruppo di testa il Trentino Alto-Adige, che resta una delle regioni di eccellenza anche se perde tre posizioni rispetto al 2015. Tutte del sud, invece, le regioni “malate”: Sardegna (277,9), Basilicata (272,1), Abruzzo (269,1) e Campania (259,3). Infine, sul fondo della classifica abbiamo Puglia (243,3), Sicilia (234,5) e Calabria (223,8), che si confermano le realtà meno efficienti anche per il 2016.
Il trend trova conferma anche nell’indice di soddisfazione dei pazienti, che si conferma più alto nelle regioni settentrionali e centrali rispetto a quelle del Mezzogiorno. Infatti, mentre il 34,2% degli italiani che hanno subito almeno un ricovero nei tre mesi precedenti si dichiara soddisfatto dell’assistenza ricevuta, in Trentino Alto-Adige, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna l’indice di gradimento è compreso fra il 60% e il 50%. Al contrario in Molise (28,4 punti), Campania (27,7 punti) e Puglia (14,7 punti) vivono i pazienti meno appagati, con un indice di soddisfazione medio del 16% circa.
Mobilità sanitaria attiva, la Toscana ha accolto 34 mila pazienti provenienti altre regioni
Secondo i dati disponibili più recenti – che risalgono al primo trimestre del 2015 – è il Molise la regione che presenta il più alto tasso di pazienti che provengono da altre regioni (pari al 27,9% dei ricoveri totali). Il primato opposto spetta invece – per ovvi motivi di collocazione geografica – alla Sardegna: soltanto lo 0.9% dei ricoverati non risiede nell’isola. In generale sono le regioni settentrionali e centrali ad attrarre il maggior numero di pazienti dal resto d’Italia: svettano Lombardia (78 mila ricoveri extraregionali), Emilia Romagna (54 mila), Lazio (38 mila), Toscana (34 mila) e Veneto (28 mila), che si rivelano le mete più ricercate del turismo sanitario.
Litigare “costa”: in Toscana se ne vanno oltre 21 milioni di euro in spese legali
Se si sommano le spese conseguenti alle condanne di risarcimento nei confronti delle aziende sanitarie locali e quelle necessarie alla gestione del contenzioso, nel 2016 litigare è costato all’Italia oltre 191 milioni di euro: una media di 523 mila euro al giorno. Le strutture che alzano il costo medio si trovano perlopiù nel meridione, e rappresentano circa il 60% delle spese totali. In cima a questa particolare classifica c’è la Calabria, con una spesa per abitante di 9,9 euro (per un costo complessivo di 19.6 milioni di euro). Seguono la Basilicata (6,9 euro), l’Abruzzo (5,7 euro), la Sicilia (5,6 euro) e la Campania (5,5 euro). Anche i residenti della Toscana, con 5,7 euro pro-capite ed una spesa complessiva di 21,4 milioni di euro, sono fra i cittadini che sopportano i costi maggiori per quanto riguarda contenziosi e sentenze sfavorevoli.
Costi della politica: è l’Umbria la regione più parsimoniosa, Toscana al terzo posto
Mantenere gli organi istituzionali delle strutture sanitarie è costato complessivamente, nel 2016, circa 311 milioni di euro. Le Marche, con 1,5 euro di spesa pro-capite e un totale di 2,3 milioni di euro, è la regione che si è rivelata più attenta nella gestione dei costi del management sanitario. Al secondo posto c’è il Molise (1,8 euro), seguito da Campania e Toscana (entrambe con 2,5 euro). Appena fuori dal podio, con 2,8 euro per abitante, la Calabria. Le regioni che invece spendono di più in indennità, rimborsi, ritenute erariali e contributi previdenziali sono Trentino Alto Adige (10,1 euro di spesa pro-capite), Abruzzo (9,8 euro), Valle d’Aosta (8,4 euro), Sicilia (8 euro) e Veneto (7,6 euro).
Giulio Mecattini