“Sarebbe, quindi, il caso che l’Amministrazione facesse lo stesso per il futuro, ovvero continuare la progettazione per il resto del Santa Maria della Scala e trovare i soldi. Altrimenti fra due anni si dovrà ripartire da zero”.
L’occasione della riunificazione della Collezione Spannocchi all’interno del Complesso museale dà l’opportunità Bruno Valentini, consigliere del Pd, di affrontare il tema del Santa Maria. Valentini ha ricordato che nel 2017 (quando era sindaco di Siena ndr.) il Comune “firmò un accordo di valorizzazione del sistema museale cittadino con il Ministero dei Beni Culturali che fu la premessa per operazioni importantissime, da realizzare successivamente” e aggiunge “Grazie all’accordo del 2017 è stato possibile, infatti, trasferire la magnifica Arliquiera del Vecchietta dalla Pinacoteca Nazionale al Santa Maria della Scala e realizzare il ritorno del “Tesoro” nella Sagrestia Vecchia” e ancora “è stato possibile definire un biglietto unico per Pinacoteca e Musei Civici senesi e soprattutto portare a termine lo spostamento e la riunificazione della collezione Spannocchi al Santa Maria della Scala”.
Valentini plaude l’amministrazione per essersi mossa “nel solco delle opportunità che l’accordo storico del 2017 consente di sviluppare” anche se “meno bene si sta muovendo per definire un progetto per il Santa Maria della Scala, che non può prescindere dalla scelta di un direttore adeguato (e anche di un assessore!), da politiche di produzione ed autoproduzione culturale che sostituiscano l’imbarazzante serie di modeste iniziative e di locazione di mostre/attività esterne e da un modello di gestione dei servizi economicamente sostenibile – continua-, che la formula della Fondazione non garantisce automaticamente di poter conseguire. Infine ricordo che il nostro mandato ha lasciato in eredità all’attuale Giunta un progetto di restauro del Santa Maria della Scala e relative risorse, che, sia pure con molta lentezza, viene portato avanti”.