Italia Viva e Partito democratico sembrano essere ad un passo dalla rottura in consiglio regionale, anche se già stasera tra le due forze politiche potrebbe esserci un incontro chiarificatore (l’incontro si è poi svolto ed è stato interlocutorio, ndr). I toni tra i due partiti che a Firenze sono alleati e fanno parte della maggioranza di governo del presidente Eugenio Giani sono accesi. Vari sono stati i momenti di frizione e il tutto è iniziato a livello nazionale, con la caduta del governo presieduto dal premier Mario Draghi e la successiva campagna elettorale che ha visto il Pd da una parte e Italia Viva alleata con Azione da un’altra. E ancora: nei giorni scorsi i vertici regionali di Italia Viva e Azione hanno pubblicato una nota congiunta nella quale hanno comunicato di dare il via ad un percorso comune in vista delle amministrative che si terranno in Toscana nel 2023. Comprese quelle senesi. Le nomine del Corecom hanno fatto il resto, portando Stefano Scaramelli, vicepresidente del consiglio regionale della Toscana, a dichiarare: “È un fatto molto grave. Per la prima volta nella storia della Regione Toscana a un partito di maggioranza non viene consentito di esprimere un rappresentante in un organismo di garanzia, tanto più in un settore molto importante e delicato come quello dell’informazione. Un precedente di arroganza istituzionale, il Pd ha preso tutti i posti disponibili. L’antitesi in cui vive il Pd, più perde voti più vuole occupare poltrone, mi lascia incredulo. È un modo di fare politica che non ci appartiene. Italia Viva sta in maggioranza sulla base degli impegni assunti. Abbiamo sempre dimostrato in aula massima lealtà alla maggioranza. Serve convocare urgentemente un tavolo di maggioranza per valutare se ci sono ancora le condizioni per proseguire insieme”.
Stefano Scaramelli, come commenta le attuali fibrillazioni tra Pd e Italia Viva in Regione?
“Sta venendo a mancare una collaborazione e una condivisione delle progettualità sul governo regionale. Ricordiamoci che insieme abbiamo vinto le elezioni regionali mentre adesso il Pd sembra voler per forza rimanere autonomo senza rendersi conto che Italia Viva insieme ad Azione è una forza che vale il 10% dei voti degli elettori”.
Ci sono stati, anche in Regione, vari momenti di frizione.
“Sulle manovre di bilancio avevamo chiesto di mettere in atto delle misure per aiutare le imprese contro i rincari, il Pd invece ha pensato soprattutto al buco creato nella sanità e relativo a conti che ancora non abbiamo nemmeno avuto modo di conoscere. Sulle nomine per il Corecom non è stato concesso ad un partito di maggioranza di avere un proprio rappresentante. Mi pare che il Pd più perde voti e più pensa a occupare delle poltrone. Questo è un modo di fare politica che a noi non appartiene. Per questi motivi stiamo chiedendo una verifica programmatica sulle politiche di governo della Regione”.
Può aver pesato, su questi ultimi scenari, la vostra nota scritta insieme ad Azione sul fatto che porterete avanti insieme un percorso per le comunali del 2023?
“Italia Viva e Azione insieme valgono il 9-10% dell’elettorato, in alcune città siamo arrivati fino al 14-15%. Credo di poter dire che abbiamo quindi l’ambizione, e anche il diritto e il dovere di esprimere dei nostri candidati. Ma tutto ciò dovrebbe rafforzare e non indebolire i rapporti. Se invece veniamo visti come degli avversari e dei nemici la situazione cambia. Sta mancando rispetto reciproco”.
È dunque a rischio l’alleanza Pd-Italia Viva in Regione?
“Guardi, a noi interessa soprattutto portare a casa dei buoni risultati per i cittadini toscani. Si pensi a misure per aiutare le imprese, a migliorare le infrastrutture, a piani per i rifiuti ed energetici concreti. Noi, per fare degli esempi, siamo stati i primi a dire sì al rigassificatore di Piombino e alla necessità di non alzare le tasse. Poniamo delle sfide sulla base del merito e delle competenze, mentre spesso il Pd ragiona con la logica dell’appartenenza. Una verifica è quindi urgente”.
Il rapporto tra Italia Viva e Azione pare invece sempre più stretto.
“Noi non chiudiamo le porte a nessuno. La relazione con Azione è forte, stretta e serrata, si va avanti anche nella costruzione di una federazione”.
E al momento, per quel che riguarda la città di Siena, non tornerete nel tavolo del centrosinistra per le prossime comunali.
“Noi potremo fare un nostro tavolo, che a mio avviso al momento è più attrattivo di quello del Partito democratico. Vogliamo mettere assieme forze riformiste e liberali, aprendoci anche a liste civiche. Credo che dicembre sarà un mese cruciale in tal senso, sarà il momento nel quale potremo dare il via a una piattaforma programmatica”.
Gennaro Groppa
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