Nuovi interessanti elementi emergono dalle indagini archeologiche di San Pietro in Bossolo a Tavarnelle Val di Pesa, condotte e concluse da alcuni giorni nell’ambito della sesta campagna di scavo, promossa e finanziata dal Comune di Barberino Tavarnelle, ottenuta in concessione dal Ministero per i Beni Culturali. L’attività di ricerca è realizzata dalla cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
La sepoltura, rinvenuta nell’area dal team di esperti della cooperativa Laboratori archeologici Sangallo, presieduta dall’archeologa Chiara Marcotulli, nonché direttrice dello scavo, fa affiorare dal passato un antenato, un avo del passato che sembra avere le caratteristiche di una donna adulta. E’ l’antropologa Miriam Leonetti, dottoranda alla Sapienza di Roma, a fornire informazioni preliminari sulla sepoltura.
“La nuova sepoltura, individuata durante l’ultima campagna di scavo, – spiega l’antropologa – è la quarta dall’inizio delle ricerche a San Pietro in Bossolo e presenta caratteristiche molto simili a quelle già emerse negli anni scorsi. La sepoltura è semplice: una fossa scavata nel terreno, in cui è stato deposto un solo individuo in posizione supina, con gli arti distesi. Da un’osservazione preliminare sul campo, sembrerebbe trattarsi di una donna adulta, ipotesi basata sull’analisi di alcuni tratti dello scheletro e dello stato di usura dei denti. Non sono stati trovati oggetti o elementi di corredo accanto al corpo, ma la posizione dello scheletro fa pensare che la persona potesse essere stata avvolta in un sudario al momento della sepoltura. Questa nuova scoperta conferma l’importanza del sito per la comprensione della storia locale. Lo studio in laboratorio e la prosecuzione delle indagini sul campo sono fondamentali per ricostruire l’organizzazione di questa area sepolcrale e dei riti funerari antichi, oltre che poter ricostruire lo stile di vita della popolazione antica di San Pietro in Bossolo”.
