Dopo le affermazioni di alcuni esponenti della giunta comunale, il voto in consiglio e la conseguente reazione di Anna Carli non si placa la polemica politica nata intorno al Conservatorio Rinaldo Franci.
Occorre prima riavvolgere il nastro per capire quale è la vicenda che coinvolge il Comune e l’Istituto. Lo scorso mercoledì 30 giugno l’aula aveva approvato una delibera che sanciva la revoca della concessione del comodato gratuito dei locali comunali al Conservatorio Franci per destinarli al Liceo Piccolomini. La lite tra palazzo Pubblico e il Conservatorio sarebbe nata in seguito alla nomina, da parte del Ministero dell’Istruzione, di Anna Carli a presidente dell’Istituto superiore di studi musicali. La stessa Carli aveva risposto il Comune lanciando un allarme: “Togliere la sede al Franci significa impedire la statizzazione. L’unica condizione posta dalla legge per concludere la statalizzazione è che l’ente locale, che in precedenza era nostro finanziatore, garantisca ad uso gratuito i locali dove ha sede il Conservatorio”.
Nella politica senese, dopo le parole dell’attuale presidente del Franci, c’è stato subito un susseguirsi di prese di posizione. L’ultima, in ordine cronologico, è di Mauro Marzucchi, consigliere del gruppo di maggioranza di Siena Aperta, che ha teso una mano all’opposizione: “Mettiamoci a sedere e risolviamo il problema. le elezioni amministrative ci sono tra due anni. per le discussioni c’è tempo”. Il suo tentativo di mediazione nasce da una considerazione sul processo di statalizzazione del Conservatorio: “Anziché festeggiare si è scatenata una triste polemica accesa questa volta da un atto poco responsabile che ha escluso il Comune da avere qualche voce nella scelta del presidente che, come abbiamo visto, dovrà confrontarsi con il Comune se il progetto tanto inseguito potrà essere portato in fondo”. Da qui Marzucchi si pone una domanda sulla nomina della Carli al vertice dell’Istituto. “Per la sua storia nella amministrazione comunale ed il suo presente (adesione al primo partito di opposizione) non appare certo un atto rasserenante e unitario. Non era possibile un’altra nomina altrettanto qualificata e non confliggente politicamente?”.
Dalla giunta comunale è invece intervenuto l‘assessore all’Istruzione Paolo Benini che, in un post sui social, rivolgendosi direttamente ad Anna Carli, ha tirato in ballo la provincia: “Nel suo piano milionario per le scuole ormai alle porte troverà una sistemazione alla Franci. Nel frattempo l’ amministrazione comunale dia risposta al Piccolomini e ai ragazzi di Montarioso”.
Un fuoco incrociato di critiche all’amministrazione arriva dai gruppi di opposizione. “Le ripicche di De Mossi mettono in ginocchio una perla della cultura senese”, attaccano Massimo Roncucci ed Andrea Valenti, segretari del Pd comunale e provinciale, in una nota congiunta. “Il comune di Siena con una delibera del consiglio comunale toglie la sede all’Istituto senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze della sua decisione -aggiungono-. E’ indifferente tanto a mettere in ginocchio una perla della cultura senese e ad incrinare una storia di eccellenze che ha quasi due secoli di vita, quanto è incurante del destino di oltre duecento studenti, di 34 docenti e di 7 addetti al settore amministrativo e tecnico”.
“Siamo di fronte all’ennesimo tassello che si stacca dal mosaico che faceva di Siena il gioiello dell’Italia culturale ed economica del Paese ma che sta rendendo l’immagine complessiva della Città ormai irriconoscibile”, queste le parole di Pietro Staderini, Sena Civitas. “Qualcuno sogna forse una Siena ridotta ad una informe distesa di tavolini e di gazebo, attraversata da turisti mordi e fuggi che nemmeno avranno il tempo di capire cosa stanno guardando e di comprendere il frutto di secoli di storia che c’è dietro. Noi abbiamo in mente ben altro: la tutela dei nostri patrimoni storici e culturali è il vero punto di partenza per la rinascita della città, non l’ennesimo luogo di scambio politico e di potere”, prosegue.
Infine l’intervento del gruppo di opposizione di In Campo: “Pensiamo che il sindaco, che mantiene la delega di assessore alla cultura, dovrebbe avere ben presenti tutte le eccellenze della nostra città, ma evidentemente alcune non le ritiene tali, anzi le reputa un qualcosa di cui disporre a seconda della convenienza del momento. Tra queste l’Accademia Chigiana, Siena Jazz, l’Istituto Franci contribuiscono a fare di Siena un polo musicale di rilevanza internazionale con tutte le evidenti ricadute in termini economici e reputazionali. Quindi a dir poco ci sfugge, se non addirittura ci risulta incomprensibile capire quali gravi motivi abbiano portato il sindaco e la giunta a prendere una decisione così dannosa quale quella di negare le aule di Sant’Agostino all’istituto Franci”.
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