Ascolti le parole del priore della Selva e ti trovi a riflettere su quanto, a volte, serva che qualcuno ci scuota per vedere fino in fondo ciò che diamo per scontato. Nel caso di Siena, delle Contrade e infine del Palio, diamo per scontato un patrimonio che si ha nel DNA, una ricchezza che abbiamo ereditato e per la quale spesso pensiamo di non dover lottare perché tanto è lì, ci appartiene.
C’era prima di noi e ci sarà dopo di noi. E invece no.
Ed ecco che allora suscita lunghissimi applausi il discorso del priore della Selva Benedetta Mocenni: in occasione della consegna delle monete durante il ricevimento delle autorità per i festeggiamenti della vittoria, l’onorando ha rotto gli argini della retorica stancante e inutile cui si assiste spesso in queste occasioni e ha toccato le corde più profonde, dell’orgoglio e della responsabilità, dell’onore e dell’onere che abbiamo nel traghettare questa nostra ricchezza e consegnarla alle nuove generazioni.
“Le Contrade sono una palestra di democrazia” ha ricordato Mocenni specificando ruoli, regole e princìpi di autodeterminazione e al tempo stesso “le Contrade non sono tappezzeria, sfilate dei musici e delle monture da fotografare con il cellulare. In un momento così difficile come quello che viviamo, con una guerra che si combatte alle porte dell’Europa e con migliaia e migliaia di disperati che cercano salvezza, è nostro dovere la sobrietà ma anche la forza di vivere mantenendoci custodi di tutta questa ricchezza. Ed io rivendico i valori civili e di solidarietà della nostra comunità ”. La sintesi di un pensiero comune che purtroppo spesso dimentichiamo ma che invece deve restare saldo.
Un messaggio verso l’esterno ma prima ancora verso l’interno, parole rivolte a quell’anacronismo che ci rende unici al mondo per il Palio ma prima ancora per le Contrade.
Oggi era il tempo di festeggiare il Palio vinto dalla Selva ma la forza del messaggio del priore Benedetta Mocenni è stato un momento di vittoria per tutti i presenti che sapranno riflettere e fare tesoro di queste parole che ci riguardano, tutti. Meno ostentazione, più sobrietà e più concretezza. Non abbiamo bisogno di altro.
Katiuscia Vaselli