Selva, trionfo di stile. Con l’incoronazione del re e della regina

Tre giri in testa, di prepotente stile ed un dominio assoluto per Tittìa che batte il record delle cinque vittorie consecutive e raggiunge la doppia cifra: dieci Palii, la stella.

E in questo Palio di luglio il suo è un assolo.

E sì si tratta di un assolo perché nella corsa di Tittia con Violenta da Clodia non ci sono stati dei momenti in cui il fantino della Selva ha potuto realmente temere di perdere il comando: Tittìa ha preso la prima posizione subito dall’uscita dai canapi e l’ha mantenuta fino al terzo bandierino, quando ha alzato il nerbo facendo esplodere di gioia la Selva.

Per la contrada di Vallepiatta si tratta della quarantesima vittoria, l’ultima era arrivata il 16 agosto 2019.

 

 

Allora come oggi il fantino era Atzeni, che continua così nel suo dominio sul tufo, arrivando a dieci vittorie ed eguagliando il fantino di fine’700 Tommaso Felloni detto Biggeri.

Per Tittia è il quinto trionfo consecutivo in Piazza del Campo, record assoluto nella storia del Palio di Siena, e del secondo trionfo consecutivo con Violenta da Clodia(due i successi per la cavalla, ndr) con cui era arrivato primo al bandierino anche nella Carriera d’agosto 2022.

La mossa è durata oltre quaranta di minuti. Onda, Torre, Selva, Istrice, Drago, Tartuca, Aquila, Nicchio, Giraffa e Chiocciola di rincorsa: questo l’ordine ai canapi.

Quattro invece sono state le volte in cui il mossiere Bartolo Ambrosione ha richiamato fuori le contrade, perché nella parte bassa del canape la Torre non trovava spazio mentre nella parte alta i cavalli erano immobili, compresa la Tartuca e proprio per questo la Chiocciola di rincorsa teneva l’attenzione al minimo movimento dell’avversaria.

Quando si abbassano i canali, escono svelte la Torre, l’Onda, la Giraffa e, appunto, a Selva che ha preso il comando della corsa.

L’Istrice intanto cade al primo San Martino. Dietro all’accoppiata Tittia-Violenta da Clodia provano a riprendere terreno sia la Torre con Gingillo che la Giraffa con Tamurè.

 

Davanti, la Selva non ha rivali mentre dietro la Torre tenta l’attacco e dietro la Tartuca nerba la Chiocciola all’altezza della cappella. A quel punto Sconpiglio riesce a infilare all’interno l’avversaria ma al Casato cade rovinosamente, insieme alla Giraffa.

Al secondo San Martino è caduta l’Onda. Ma la sfida ormai è quella che fino all’ultimo tenta Gingillo, con il giubbetto della Torre, alla Selva anche se la distanza è sempre più ampia. Incolmabile. Nella sera che cala sulla Piazza tinta dell’oro del Drappellone, rimane l’immagine cristallizzata di una regina al galoppo e di un re che alza il nerbo al cielo facendo esplodere la gioia del popolo della Selva