Su Mps “la responsabilità è di un intero sistema: quello del centrosinistra senese che ha per decenni, in raccordo anche con il piano nazionale, costruito le condizioni ambientali perché la Banca finisse per implodere”. Ha aspettato un giorno Luigi De Mossi per commentare l’assoluzione, in corte d’appello, degli ex-vertici di Mps.
Il j’accuse più duro del sindaco e nei confronti delle precedenti amministrazioni comunali ree, a suo dire, di avere “intrecciato in modo perverso, con eccessiva e inopportuna familiarità e prossimità, finanza, istituzioni, politica, scegliendo le persone evidentemente sbagliate, gestendo ogni posto disponibile in una logica monolitica, e finendo per narcotizzare una città e soffocarne le energie”.
Responsabilità “non perseguibili in un’aula di tribunale – aggiunge De Mossi -.Ma su di esse il tribunale della storia ha già espresso una condanna durissima, e così la comunità di Siena. Una città ferita, e oggi ancora più amareggiata da una sentenza che non individua colpevoli al disastro della terza banca del Paese e non offre l’occasione di un risarcimento almeno simbolico e morale. Una città che non dimentica”.
Il primo cittadino ha poi parlato della sentenza di ieri che “può assolvere, nello specifico, gli imputati, come è successo a Milano. Ma il tribunale della storia giudicherà con severità un intero sistema di potere senese che ha portato al disastro della terza banca del Paese”.
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