Toscana

Siena di mille cose è piena: Castiglion che Dio Sol Sa, la danza delle streghe

Certo che un fortilizio così, con questo nome, ti fa immaginare storie di streghe e stregonerie. Castiglion Balzetti, ovvero Castiglion che Dio Sol Sa, come è conosciuto da tutti, nella notte dei tempi era i rifugio delle megere più anziane che accoglievano adepti e nuovi adoratori di Satana.

Di più: quando si accendevano i fuochi di San Giovanni, nella notte in cui le streghe non potevano volare, il 23 giugno, loro, in quel luogo, mica se ne stavano zitte e buone ma la cosiddetta “stregona” (la più anziana e potente) con un rito di sangue marchiava le nuove figlie del Maligno trasformando le giovani, esse stesse in streghe: dovevano rinunciare alla fede cristiana, ai sacramenti calpestare la croce, mangiare nei giorni di digiuno e digiunare la domenica. Il marchio veniva impresso a fuoco sulla mano sinistra.  Loro vagavano per i boschi della Val di Merse.

Una leggenda che ancora oggi si racconta e ancora oggi si dice che non cada fulmine sul castello perché la stregona lo protegge ancora. Fin qui la leggenda, appunto. Ma ecco la storia di questo luogo, comunque, suggestivo, particolare, carico di energia.

Citato per la prima volta negli Statuti Senesi nel 1262, il nome deriva, come solitamente accade, dalla famiglia aristocratica che ebbe signoria su questo territorio. Sul castello ci sono pochissime fonti storiche disponibili, alla fine del Duecento era sotto la giurisdizione senese, come attesta un documento che condanna gli abitanti del castello per non aver inviato fanti al servizio del comune.

Un ulteriore atto del 1271 attesta che Siena, addirittura, non mandava un proprio rettore al castello, riconoscendo di fatto una certa autonomia politica e giurisdizionale ai signori locali. Già all’epoca dovevano essere i Saracini, una potente famiglia cittadina che nel 1318 risulta proprietaria della fortezza e di molti territori circostanti oltre ad un mulino non lontano, posto sulla Merse. Sia da queste poche notizie, sia dalla tipologia delle murature originarie superstiti si può desumere che l’edificazione del castello sia avvenuta in epoca relativamente tarda, in relazione a gli altri incastellamenti del territorio, dovremmo essere all’inizio del XIII secolo.

La struttura, attualmente, si articola intorno ad un cortile centrale (usato come piazza d’armi sia per la preparazione dei cavalieri, sia per difesa) da cui parte una bella scalinata esterna in pietra per accedere ai piani superiori dove troviamo una stanza ampia, un grande camino ben conservato ed un angolo cucina. Il panorama dalle alte finestre è emozionante: si vede del bosco e nulla più. Isolato, sperduto, nascosto.

Castello adatto a streghe e riti magici. O solo moto nascosto per difesa. Costituita da un grosso mastio rettangolare in pietra, con finestre ad arco romanico la struttura ha numerose aperture postume di varie forme riconducibili all’uso abitativo/agrario alla quale venne convertita prima dell’abbandono. Una torre è all’angolo di sud-ovest ha all’interno il forno ed il pozzo. Gli edifici sono uniti da una cortina muraria che delimita il cortile, sul lato meridionale si apre la porta principale di accesso con il arco a tutto sesto ed i beccatelli in pietra dell’apparato. Lungo il lato orientale all’antica costruzione troviamo i resti di una chiesa e resti di edifici che dovevano essere le stalle.

E le streghe? Osservavano tutto dalle torri più alte di Castiglion che Dio sol sa.

Maura Martellucci

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