Toscana

Siena Jazz, la lettera di due docenti a De Mossi: “Caroni è un pioniere, non si può rinunciare a una figura come la sua”

Una risposta punto per punto alle affermazioni del sindaco Luigi de Mossi sulle dimissioni del direttore artistico Franco Caroni: questo è quanto Giulio Visibelli e Luigi Campoccia, storici docenti del Siena Jazz, hanno scritto in una lettera al primo cittadino.

I due hanno ripreso una serie di affermazioni di De Mossi. La loro controtesi verso quanto detto dal sindaco, che ha affermato di “guardare avanti e proseguire nel processo di rinnovamento e ringiovanimento della classe dirigente di questa città”,  è questa: “perché iniziare da ciò che funziona, che ha credibilità e consenso nazionale e internazionale?”, si chiedono i due professori che poi proseguono “al momento il ringiovanimento della figura del direttore artistico non è certo il problema del Siena Jazz”.

Mentre De Mossi mostra sicurezza perché secondo lui “il prossimo direttore artistico del Siena jazz sarà un professionista competente e capace” i due controbattono: “riteniamo che Caroni sia l’unico direttore artistico che ha competenze nazionali ed europee, dato che questa figura non esiste ancore nel mondo dell’alta formazione della musica Jazz. Ci vorranno molti anni prima di avere delle personalità competenti ed esperte del settore” ed ancora “Caroni è tuttora un pioniere, non esistono in Italia e in Europa figure con un curriculum di rispetto e di elevata qualità nell’organizzazione delle attività formative per la musica jazz”.

I due proseguono: “Caroni non rappresenta nessuna vecchia politica! Non cerchiamo di infangare una persona che ha sempre lottato per il bene del Siena Jazz e per portare l’associazione a livelli di eccellenza mondiale” ed ancora “le modifiche apportate allo statuto sembrano mirate ad indurre Caroni alle dimissioni e non proiettate ad un naturale avvicendamento. Suonano come un brusco allontanamento che non abbia tenuto conto delle conseguenze didattiche, economiche e progettuali di un provvedimento del genere. I due concludono: “Ci chiediamo: perché questa azione così dura ed irriconoscente, per metterlo in condizione di dimettersi, quando avrebbe concluso regolarmente il secondo mandato e avrebbe lasciato i suoi incarichi entro pochi mesi?”

marco crimi

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