Giovedì 21 Ottobre alle ore15 presso la sede di Siena Jazz presso la Fortezza di Siena si svolgerà una cerimonia in ricordo di Alessandro Giachero, ad un anno della sua prematura ed improvvisa scomparsa. Alla cerimonia, riservata per motivi dovuti alle misure per contrastare l’emergenza pandemica, parteciperanno, oltre che al Presidente dell’Associazione Siena Jazz, Giannetto Marchettini, al Direttore Artistico Franco Caroni e al personale docente e non docente dell’Università del Jazz di cui Giachero è stato prima studente e poi insegnante, la moglie Anna Sanasi, il figlio Samuel, i genitori Eva e Giorgio ed alcuni amici.
Nell’occasione verrà scoperta la targa in suo ricordo e l’aula che è stata intitolata a suo nome, l’aula numero 15 dove Alessandro teneva le sue lezioni comunicando il suo talento con passione, impegno e dedizione.
Verranno inoltre presentate le due Borse di Studio che Siena Jazz ha dedicato a suo nome, che permetteranno a due chitarristi del Biennio, Federico Carnevali e Ruggero Fornari, di frequentare le lezioni del Laboratorio Permanente di Ricerca Musicale, diretto da Stefano Battaglia, che di Alessandro è stato insegnante e grande amico. Franco Caroni ricorda così Alessandro: “Ad un anno dalla sua improvvisa scomparsa la presenza di Alessandro è tuttora fortissima a Siena Jazz, la Targa e l’aula a suo nome serviranno per farlo conoscere agli studenti e ai musicisti che non hanno avuto l’opportunità di conoscerlo. A noi manca ogni giorno il magnifico musicista, il pianista, il compositore e improvvisatore, il didatta, ma soprattutto la splendida persona che è stato per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.”
Questo è il pensiero di Stefano Battaglia ad un anno dalla scomparsa di Alessandro Giachero: ”Chi sceglie di fare musica in un certo modo vive sospeso esplorando il mistero, scavando a mani nude nell’oscurità per trovare la luce necessaria per sé e per chi lo segue, o gli è accanto. E questo determina una certa solitudine, che a volte sembra amara, altre volte dolcissima. Incontrare musicisti come Alessandro, avere l’onore di partecipare alla sua conoscenza e fioritura musicale, e poi insieme a lui costruire una comunità di musicisti attorno ad una struttura di riferimento come è stata ed è Siena Jazz, incarna un vento forte e balsamico che spazza ogni solitudine. Ed il suo contributo insostituibile offerto in queste aule attraverso la musica, anch’esso denso di valori comunitari e di generosa disponibilità, è sempre più tangibile, ogni giorno che passa. Una istituzione musicale come la nostra, dove si gestiscono talenti, sogni, psicologie,motivazioni, le figure più importanti sono quelle che antepongono il fare all’essere, il noi all’io, sapendo bene che nel tempo è proprio attraverso il fare che l’essere si rivela, e solo partecipando attivamente alla costruzione di una comunità la solitudine viene per sempre scongiurata. La forza per fare è l’amore, la devozione per la musica. Attraverso i tanti anni di lavoro condivisi, fianco a fianco, io e e Alessandro avevamo una appartenenza quasi tribale, in questo senso. Cercavamo la magia dei suoni dallo stesso strumento, parlavamo la stessa lingua. E questo rende la solitudine della musica una danza, una condizione persino privilegiata, una complicità. E mi regala gioia percepire quell’amore e quella devozione come una sostanza viva. Non è andata via neppure per un attimo, la sua presenza. Questi anniversari ci servono per fermarci ad ascoltarla in silenzio, ricordare anche verso l’esterno, dentro e fuori dalla tribù, la sostanza buona che ha prodotto. Alessandro è tra le figure che hanno determinato l’identità di tutta la struttura, illuminando la strada di tanti giovani e colleghi, segnando il tracciato per i decenni a venire. La bellezza che si spezza, o interrompe, appare sempre terribile ai nostri occhi, in certi casi persino insopportabile. La prematura scomparsa di Alessandro, ancora oggi a distanza di un anno, ha lasciato un senso di sospensione, attorno alla profonda elaborazione del dolore, che ci ricorda ancora una volta quanto la sua esistenza si sia concretamente compiuta indipendentemente dalla sua durata, proprio attraverso i valori di senso e significato che è riuscito a trasmettere. E paradossalmente proprio la sua mancanza, la sua assenza, è divenuta una presenza fortissima, facendo emergere ancor più la ricchezza del suo fare e del suo essere, eredità di gioia e di luce per tutti noi e per la sua bellissima famiglia, la moglie Anna e il figlio Samuel.”