Undici misure cautelari a carico di esponenti di un’organizzazione italo-albanese. Le stanno eseguendo da stamattina, dopo l’ordinanza del gip del tribunale di Firenze su richiesta della Dda e della procura di Siena, gli agenti della polizia di Siena nell’ambito dell’operazione antidroga “Drug Holiday”.
Per sei persone è stato disposto il carcere, ma attualmente in galera se ne trovano cinque. Per altre cinque persone è stato disposto l’obbligo di dimora, che però è scattato solo per tre. Tre cittadini albanesi sono infatti latitanti e per loro le ricerche sono ancora in corso.
A vario titolo, i singoli componenti del gruppo si occupavano dei vari passaggi dello smercio di cocaina e hashish: trasporto, commercio, vendita, cessione ed “illecita detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”.
L’operazione
I provvedimenti restrittivi sono eseguiti in diverse zone della Valdichiana dai poliziotti del Commissariato di pubblica sicurezza di Chiusi-Chianciano Terme, in collaborazione con le squadre mobili delle Questure di Siena, Perugia, Arezzo e Brescia. Sono state inoltre effettuate numerose perquisizioni domiciliari nei confronti di altri cinque soggetti, dedite sempre al commercio, vendita, cessione ed illecita detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, emerse durante l’indagine per collaborazioni occasionali con la predetta organizzazione.
Sedici dunque le persone coinvolte nell’inchiesta. I poliziotti, durante la conferenza stampa che ha svelato i dettagli di “Drug Holiday”, hanno riferito di aver trovato 50mila euro in contanti derivanti da alcune operazioni effettuate dalla banda nella notte tra giovedì e venerdì scorso. Oltre a questo sono stati sequestrati 150 grammi di hashish ed alcuni grammi di cocaina. E sottoposti a sequestro preventivo tre autovetture e un natante di 4 metri con motore fuoribordo.
Tutto è partito con gli arresti di due pusher effettuati a Montepulciano, effettuati dai poliziotti del commissariato di Chiusi – Chianciano Terme. Da lì sono partiti le indagini che, dopo mesi di pedinamenti, appostamenti ed attività d’intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, hanno permesso agli agenti dello stesso commissariato di ricostruire la catena logistica e di comando esistente dietro gli spacciatori a suo tempo arrestati, facendo emergere, dopo lunghe e complesse indagini, l’operatività di una vera e propria associazione per delinquere capeggiata da cittadini albanesi, da tempo stanziati nelle cittadine di Montepulciano e Passignano sul Trasimeno. L’area d’interesse del gruppo si estendeva su tutta la Valdichiana ed arrivava fino ad Arezzo e Perugia.
Non sono noti, al momento, sia il giro di affari complessivo del gruppo e nemmeno da quanto tempo erano in azione. Gli uomini però sono stati giudicati come “esperti in base alle tattiche e alle tecniche utilizzate. Soprattutto quelli che ricoprivano ruoli di vertice”, riferiscono gli agenti. I pusher erano come “turisti della droga”, viene spiegato : cambiavano ogni tre mesi, venivano dall’Albania e poi dopo questo lasso di tempo venivano sostituiti da altri conterranei.
De Flammineis: “Spacciatori facevano attività per comprarsi le dosi, era doppio ruolo”
“L’organizzazione si concentrava nell’Aretino, al confine con l’Umbria per poi spaziare in tutto in il territorio con le forniture di stupefacenti. Una parte dell’attività veniva fatta dagli spacciatori per pagarsi le dosi, c’era quindi un doppio ruolo”, lo ha detto a margine della conferenza il pm di Siena Siro De Flammineis che ha coordinato le indagini, assieme alla Direzione distrettuale antimafia di Firenze.
Katiuscia Vaselli
Gennaro Groppa
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