Integrare le conoscenze e disegnare nuovi studi clinici con il contributo degli enti no-profit e le combinazioni di farmaci immunoterapici, con l’individuazione di fattori che influenzano la risposta immunitaria contro il cancro.
Questi alcuni dei temi che sono stati affrontati alla sesta edizione del “Siena Think Tank: a vision for I-O. Call for actions”. Il congresso internazionale di Immuno-Onologia si è svolto dal 6 all’8 ottobre a Siena, all’Hotel Garden, ed è stato organizzato dal Centro di Immuno-Oncologia (CIO) dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, diretto dal professor Michele Maio, direttore della Cattedra di Oncologia dell’Università di Siena, con la Fondazione NIBIT–Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori, presieduta dallo stesso Maio, insieme al Parker Institute for Cancer Immunotherapy di San Francisco e al World Immunotherapy Council.
“Gli ultimi dieci anni della ricerca sul cancro sono stati caratterizzati dall’avvento dell’immunoterapia – spiega il professor Michele Maio che all’Aou Senese è anche direttore del Dipartimento Oncologico -. Grazie all’immunoterapia abbiamo capito che con il sistema immunitario è possibile controllare la malattia sul lungo termine. Un approccio che ha rivoluzionato la cura di molte neoplasie come il melanoma metastatico e il tumore del polmone. Le sfide nel campo dell’immuno-oncologia sono molte – aggiunge Maio -. Per prima cosa occorre continuare a studiare per comprendere quali sono i pazienti che meglio rispondono a queste cure e quali no. Farlo è importante perché conoscendo i meccanismi alla base del mancato funzionamento dell’immunoterapia potremo agire su di essi per invertire il fenomeno. Ma per comprendere tutto ciò occorrerà sempre di più una collaborazione tra i differenti addetti ai lavori. Lo spirito del Think Tank è proprio questo: mettere a fattor comune l’esperienza maturata dai diversi professionisti per porre le basi della ricerca in Immuno-Oncologia dei prossimi anni. In quest’ottica – conclude Michele Maio -, un ruolo sempre più centrale lo stanno assumendo le organizzazioni no-profit sia nella fase pre-clinica di individuazione dei possibili fattori che limitano l’efficacia dell’immunoterapia sia nel “disegnare” trial clinici”.
Un esempio pratico è stato lo studio NIBIT M-2 sviluppato al CIO dell’Aou Senese dalla professoressa Anna Maria Di Giacomo. Grazie alla ricerca pre-clinica di Fondazione NIBIT è stato possibile mettere a punto uno studio che ha cambiato la pratica clinica nella cura del melanoma con metastasi cerebrali asintomatiche o non pre-trattate.
“Partendo dal melanoma ed estendendo gli studi anche ad altri tipi di tumore, abbiamo dimostrato come la combinazione di due farmaci immunoterapici sia in grado di migliorare la sopravvivenza di chi presenta metastasi cerebrali, uno dei problemi più rilevanti nei pazienti trattati – spiega la professoressa Di Giacomo -. Lo studio di fase III condotto nell’ambito della Fondazione NIBIT fa vedere come il 50% dei pazienti sopravvive a 5 anni pur avendo metastasi cerebrali attive e non pre-trattate. Tutto questo cambia in modo significativo la storia di questi pazienti ma non solo: abbiamo dimostrato che, nel corso della terapia di combinazione con i due farmaci immunoterapici, la qualità di vita questi pazienti si mantiene assolutamente buona”.
Ospite d’onore del Siena Think Tank 2022 è stato il Premio Nobel 2018 per la Medicina James Allison, docente di Immunologia all’University of Texas MD Anderson Cancer Center e pioniere dell’immunoterapia per la cura dei tumori.
“La nostra prospettiva, adesso, parte dal presupposto che con l’immuno-oncologia si può fronteggiare il cancro: questo è molto importante rispetto a ciò che accadeva 15 anni fa – commenta James Allison -. Al tempo stesso, abbiamo realizzato che non tutti i tumori reagiscono allo stesso modo ai trattamenti e che alcuni sono più difficili di altri da fronteggiare. Abbiamo imparato anche a capire le trasformazioni, in relazione alle risposte del nostro sistema immunitario: in tal senso, abbiamo capito che l’epigenetica ci può aiutare a capire questi cambiamenti. Questo è solo un esempio ma che ci indica la strada di quella che sarà la direzione da far intraprendere ai nostri studi. Il Premio Nobel è stato importante perché ha confermato che l’approccio dell’immunoterapia per fronteggiare il cancro era molto valido – ha aggiunto Allison -. Tutto questo ha avuto un impatto efficace per migliaia di pazienti oncologici: il Nobel ha rappresentato un’ulteriore validazione degli studi che sono stati portati avanti, un fattore molto importante perché ha indotto molti scienziati a investire nell’immunoterapia, soprattutto per aiutare le persone e avviare studi e sperimentazioni in questa direzione”.
Il prossimo appuntamento con la VII edizione del Siena Think Tank per il 5-7 ottobre 2023.
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