Se andasse a buon fine potrebbe essere una valida alternativa alla radioterapia e alla chemioterapia nella lotta al cancro: è il progetto MCHeart che vede coinvolte l’Università di Siena e gli atenei di Trieste e di Milano.
A finanziarlo è il Ministero della Salute con i bandi Prin e lo studio è partito questo mese. La ricerca avrà una durata pluriennale e l’obiettivo è capire come la meccanobiologia possa essere efficace nel rallentamento della metastasi. Coordinatrice dell’operazione è Serena Zacchigna, docente dell’Università friulana. Per Milano partecipa Giulio Pompilio, professore e luminare della cardiologia. Siena invece conta sull’esperienza nel campo della robotica e della tecnologia di Domenico Prattichizzo.
“Sa quando le viene un’idea e inizia a saltare sul tavolino perché l’idea potrebbe essere rilevante?”, il docente del dipartimento di Ingegneria dell’informazione ci spiega cosa è MCHeart esordendo on una domanda. Lo studio infatti mette insieme l’analisi del cuore, che grazie al suo tessuto ha un rischio minore di essere colpito da tumore, con le tecnologie indossabili che vedono la nostra città fiore all’occhiello dell’innovazione.
“Immaginiamo allora di avere un altro tessuto colpito dal melanoma – dice Pratticchizzo -. Potremmo stimolarlo, attraverso la robotica, con un moto simile ai battiti cardiaci, riproducendo il meccanismo del cuore e rallentando la propagazione del tumore”.
Le prime analisi intanto stanno già dando soddisfazione, in particolare quelle condotte sulla zampa destra malata di alcuni topi. “Dopo due giorni di stimolazione abbiamo ottenuto che la proliferazione del tumore è decisamente rallentata”
MC