1 giugno 1990: trentaquattro anni dopo, il ricordo di Mario Forziero e Nicola Campanile

Trentaquattro anni fa oggi morivano sotto i colpi di pistola di Sergio Cosimini due giovanissimi carabinieri in forza al Radiomobile della compagnia di Siena. Per Mario Forziero e Nicola Campanile la vita si si spense quel primo giugno del 1990.

Un dramma che colpì al cuore tutta la città e sconvolse la tipica tranquillità di Siena. E dopo 34 anni i senesi ancora ricordano tanto che la piccola chiesa di San Girolamo a malapena ha contenuto quanti hanno voluto essere vicini, ancora una volta, agli uomini dell’Arma.

All’iniziativa odierna era presente il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, il prefetto Matilde Pirreira, il presidente della provincia David Bussagli, i vertici delle forze dell’ordine provinciali, i rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri, i carabinieri di Siena.

Nella chiesa di San Girolamo è stata celebrata la messa alla memoria dei due militari, officiata dal cardinale Augusto Paolo Lojudice e dal cappellano militare della Legione Carabinieri Toscana. Successivamente sono state deposte due corone di alloro sul luogo dell’eccidio.

Alla cerimonia hanno partecipato anche i familiari dei caduti, accompagnati dal comandante provinciale dei carabinieri di Siena Angelo Pitocco.

Quel primo giugno di 34 anni fa era una giornata tranquilla. Faceva caldo; Forziero e Campanile stavano perlustrando la città. Normali controlli quando in via dei Gazzani notarono un giovane in sella ad un ciclomotore che stava procedendo in contromano. Lo fermarono e non immaginavano neppure lontanamente che fosse armato.

Fu un attimo e quello sconosciuto estrasse una pistola e sparò verso i due carabinieri ferendoli mortalmente. Scappò e venne bloccato al terminal degli autobus. Si trattava di Sergio Cosimini nato e residente a Firenze. Aveva già ucciso qualche giorno prima proprio nella sua città natale uccidendo il padre di Marco Cordone. Ma tutto questo fu scoperto solo qualche giorno dopo il duplice omicidio di via dei Gazzani.

Cecilia Marzotti