186esimo reggimento paracadutisti “Folgore”: l’alzabandiera alla presenza del prefetto

Si è svolta questa mattina all’interno della Caserma Bandini la cerimonia dell’alzabandiera alla presenza del Prefetto di Siena Dottoressa Maria Forte e di altre autorità cittadine.
La cerimonia aveva lo scopo di ringraziare simbolicamente Siena per il supporto morale dato al reggimento durante la sua permanenza in Afghanistan.

 


Il 186esimo reggimento paracadutisti “Folgore” ha partecipato alla missione afghana nel 2009 e nel 2011 ed è stato l’ultimo reparto a lasciare il teatro operativo
Il comandante del reggimento ha voluto ricordare la battaglia che la città sta combattendo contro la pandemia, noi vorremmo ricordare anche i caduti ed i feriti che il reparto ha avuto in questa missione.
Era il 17 settembre del 2009 quando al rientro dall’aeroporto di Kabul in un attacco ad un convoglio di scorta morirono sei paracadutisti, quattro appartenenti al 186° reggimento.
Tenente Antonio Fortunato, il Primo Caporal Maggiore Matteo Mureddu, Primo Caporal Maggiore Giandomenico Pistonami, il Primo Caporal Maggiore Davide Ricchiuto.
Vogliamo pensare che tra gli uomini schierati questa mattina ci fossero anche loro ma sopratutto che siano ricordati e che possano essere da esempio per i più giovani.
Le notizie che giungono dall’Afghanistan dopo il ritiro della coalizione internazionale ci parlano di una forte offensiva dei talebani che metro su metro stanno riconquistando terreno.
Nonostante lo scontro armato si lavora sul fronte diplomatico, nei giorni scorsi le delegazioni del governo afghano e dei talebani si sono incontrate a Teheran. Il portavoce dei talebani, ha confermato che una “delegazione di alto livello” era in Iran “su invito ufficiale” di Teheran per incontrare “personalità afghane” e discutere “della situazione attuale nel Paese “.
Il bilancio finale della missione è in chiaroscuro, in questi anni con l’aiuto della coalizione internazionale il paese ha fatto enormi passi avanti, sta ora alle autorità locali trovare la forza per consolidare questi progressi.

Giovanni Graziotti