Era il 29 giugno 1936. Eh sì, l’arrivo del “rito” della tratta in Piazza del Campo è, di fatto una istituzione relativamente recente.
Il palco dal quale si effettua l’assegnazione, infatti, venne istituito meno di cento anni fa, per la Carriera del 2 luglio di quel 1936, quando l’assegnazione diviene, o meglio, ritorna ad essere pubblica, come era alle origini.
Chi ci ha messo lo zampino? Il Podestà di Siena, logicamente, Fabio Bargagli Petrucci. Grazie ad una Delibera Comunale datata 22 giugno 1936 si stabilisce che “le operazioni di sorteggio dei cavalli alle Contrade che partecipano alla corsa siano compiute, anziché nell’ingresso di Palazzo Comunale, in un apposito palco da erigersi all’esterno del Palazzo stesso”.
Con la stessa deliberazione si decide che il giorno della tratta devono essere esposte alle finestre di Palazzo Pubblico le bandiere delle 10 Contrade che avrebbero preso parte alla Carriera e che sul palco prendano posto anche i trombetti di Palazzo per annunciare l’inizio e la fine delle operazioni di sorteggio. Viene decretato, inoltre, che ai piedi del palco si dispongano i 10 barbareschi “anch’essi vestiti nell’antico costume”, pronti per ricevere in sorte il cavallo. Questa delibera modifica quanto stabilito nel 1906 anno in cui venne deciso che i barbareschi (che, al tempo, andavano di persona a prendere il cavallo) dovevano essere “contraddistinti, per essere riconosciuti, da una rosetta dai colori della rispettiva Contrada”.
Il tabellone posto alle spalle del palco che serve per mostrare gli accoppiamenti Contrada/cavallo viene istituito, invece, molto più tardi, e cioè solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. A volte anche le tradizioni che pensiamo più “consolidate” nei secoli sono, di fatto, nate “l’altro ieri”.
Maura Martellucci
Per approfondire: Duccio Balestracci, “Il Palio di Siena. Una festa italiana”, Laterza 2019.