Il 2 aprile del 2005 muore Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla. Ci sono persone che, qualsiasi ruolo rivestano, determinano la storia. Giovanni Paolo II è uno di loro. “Se sbaglio mi corrigerete”, disse nel suo primo discorso, appena eletto, affacciandosi su Piazza San Pietro e questo segno di umiltà lo ha reso immediatamente “umano”, al pari di quel “Buonasera” con cui esordì papa Francesco.
Potremmo raccontarlo in maniera storica, liturgica, cristiana, potremmo parlare dei suoi scritti, dei suoi viaggi (il suo voler essere pellegrino nel mondo, accanto alle persone), io lo racconto con i numeri (perché anche così si fa la storia, e soprattutto si raccontano i fatti): 264º papa della Chiesa cattolica è il primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi di Adriano VI (1522-1523), è stato il primo pontefice polacco della storia e il primo originario di un Paese di lingua slava. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni (venne eletto il 16 ottobre 1978) ed è stato il terzo più longevo della storia dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito all’apostolo Pietro. Il 1º maggio del 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore, Benedetto XVI (nella storia della Chiesa non accadeva da quasi un millennio). Il 27 aprile 2014, insieme a papa Giovanni XXIII, è stato proclamato Santo da papa Francesco.
A Siena, Giovanni Paolo II è venuto due volte. La prima il 14 settembre 1980, dopo che da oltre 100 anni la nostra città non riceveva la visita di un papa (eccolo un altro “numero”), e cioè Pio IX nel 1857, Siena che di papi, ne aveva “dati” ben quattro: Alessandro III, Pio II, Pio III, e Alessandro VII. L’occasione fu la ricorrenza del 250° anniversario del “Miracolo eucaristico” delle ostie conservate incontaminate nella basilica di San Francesco. “È la Presenza!”, esclamò Giovanni Paolo II, inginocchiato di fronte alle sacre particole. Come non ricordalo. E poi tornò il 30 Marzo del 1996. Come la prima volta volle visitare il santuario di Santa Caterina (da lui consacrata patrona d’Europa nel 1999) e della quale disse: “Cari Senesi, guardate a santa Caterina, vostra illustre concittadina: essa 25 anni or sono fu proclamata “Dottore della Chiesa” dal mio venerato predecessore, il servo di Dio Paolo VI. Caterina spalancò il cuore a Dio ed egli la rese saggia e forte in una società divisa ed incerta, in una Chiesa allora tribolata ed esposta alle tentazioni della mondanità e delle ambizioni politiche. Siena, non hai forse bisogno di ritrovare anche oggi, per intercessione della tua grande Santa, quel “supplemento d’anima” che ti consenta di vivificare le tue antiche tradizioni religiose?”. Oppure come la prima volta in cui pronunciò una frase difficile da scordare: “valeva la pena di venire a Siena”. Perché spesso, le parole più semplici, toccano i cuori più nel profondo e fanno capire il sentire di hai di fronte, anche se chi hai di fronte è un papa.
Maura Martelucci
Roberto Cresti