Siena

21 febbraio 1595: l’opera d’arte “Compianto sul corpo di Cristo” arriva in Provenzano

Il 21 febbraio 1595 il dipinto “Compianto sul corpo di Cristo”, opera di Alessandro Casolani, arriva nella chiesa di Santa Maria In Provenzano. E vi arriva mentre la futura Collegiata non è agli albori della sua costruzione. E questo avviene, come altre opere, indipendentemente da ciò ma per rendere omaggio alla Madonna “Advocata Nostra” e per offrire già all’edifico religioso (la cui edificazione andrà avanti a ritmi notevoli) già opere preziose che custodisce tuttora. Oggi, questa che è, nei fatti una Pietà (come in origine era una Pietà la statua in terracotta, l’immagine miracolosa venerata dai senesi), è conservata nella Sala del Capitolo dell’Insigne Collegiata. E’ incastonata in uno sportello ligneo del complesso seicentesco, tra i preziosi arredi che compongono la sala.

Da alcuni è ritenuta una collocazione “sacrificata” della splendida pittura, in realtà, quando vi si entra, l’impatto è di grande suggestione. E’, poi, il dipinto più vicino, da un punto di vista spaziale a quello che si suppone sia il punto in cui sorgeva la facciata della casa sulla cui facciata si trovava l’icona mariana che resta alle sue spalle e che, inizialmente, doveva essere inglobata nell’edificio religioso stesso. Come che sia “Il Compianto sul Cristo morto del Casolani” ha oggi il più stretto rapporto “spaziale-storico-temporale” rispetto alla Madonna di Provenzano.

L’opera di Casolani, si legge nei documenti dell’archivio della Collegiata, venne donato da Ottavio Preziani, rettore della chiesa dei santi Quirico e Giulitta, che ne aveva commissionato uno di uguale soggetto anni addietro, allo stesso pittore, per la sua chiesa. Le fonti senesi successive ipotizzano che, inizialmente, il dipinto fosse destinato alla chiesa di Santo Spirito e che, a causa delle misure sbagliate, venne destinato a Provenzano in un secondo tempo.

L’attribuzione, nel tempo, è stata controversa perchè, alcuni storici dell’arte lo dicono di mano di Francesco Vanni. Tuttavia, già l’inventario del 1749 lo attribuisce, come la maggior parte degli studiosi a Casolani, paragonando lo stile, la tipologia dei volti e gli atteggiamenti delle figure alla “Natività, dipinta l’anno precedente per il duomo di Siena.

Maura Martellucci

Roberto Cresti

Niccolò Bacarelli

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Niccolò Bacarelli

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