Duecento. È questo il numero di delfini, che ogni anno in media, si spiaggiano lungo le coste italiane. Tra le cause principali le interazioni con la pesca e in particolare il by-catch, ovvero le catture accidentali che si verificano quando i cetacei seguono i pescherecci, e soprattutto il contenuto delle reti, finendo per ferirsi o restare impigliati. Tursiopi e stenelle striate sono le specie più colpite, e i dati sugli spiaggiamenti aggiornati al 2021 parlano chiaro: 210 episodi segnalati e verificati. Un dato preoccupante, che conferma quelli degli ultimi anni, da evidenziare ancor di più alla vigilia della Giornata mondiale dei delfini indetta dall’Onu per il 14 aprile. Per celebrare questa data e il trentennale della Rete natura 2000 e del programma Life il team del progetto europeo Life Delfi, coordinato da Irbim-Cnr, ha organizzato un webinar, Sos delfini: cosa fare in caso di spiaggiamenti e avvistamenti? che sarà trasmesso oggi, 14 aprile alle ore 11, in diretta streaming sui social network di Life Delfi e Legambiente, partner di progetto.
Il progetto Life Delfi, cofinanziato dal programma Lifr della Commissione europea, è attivo da circa due anni lungo le coste del mar Tirreno, Adriatico compresa la Croazia, in Sicilia e in Sardegna con diverse attività per ridurre le interazioni tra delfini e pesca professionale. Come? Coinvolgendo e sensibilizzando gli operatori del settore della pesca a cui sono stati forniti i Did, dissuasori acustici, e deterrenti luminosi da installare sulle reti insieme ad attrezzature a basso impatto ambientale, come particolari nasse. L’ultima azione messa in campo dal team Life Delfi è l’avvio di corsi di formazione per pescatori ai quali, grazie alla collaborazione del partner Università degli studi di Siena, è stato illustrato e proposto il dolphin watching, l’attività di osservazione dei delfini. L’obiettivo è cercare di trasformare i delfini, agli occhi dei pescatori, da minaccia a potenziale risorsa economica da sfruttare. Nello scorso weekend in Toscana, prima presso la sede del Parco regionale della Maremma ad Alberese (Grossetto) poi al porto di Talamone, quindici pescatori hanno seguito gli interventi di Letizia Marsili, professoressa di Ecologia dell’Università di Siena, sullo stato di conservazione e le principali minacce a cui sono sottoposti i cetacei nell’ambiente marino. A seguire Guido Pietroluongo, veterinario dell’Università di Padova, ha illustrato i principali metodi di osservazione e valutazione dello stato di salute dei delfini mentre Davide Bedocchi dell’Università di Siena ha indicato le tecniche di avvistamento e riconoscimento dei cetacei del Mar Mediterraneo. Alla due giorni di formazione dedicata ai pescatori hanno partecipato anche il Tenente della Capitaneria di Porto Luigi Buta (Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano) insieme al maresciallo Giuseppe Romiti (Delegazione di Spiaggia di Marina di Grosseto), sottolineando il ruolo fondamentale della Guardia Costiera in caso di avvistamenti e cetacei in difficoltà in mare.
“Non ci aspettavamo una così consistente presenza del mondo della pesca che ha seguito con interesse il corso interagendo attivamente con i diversi docenti e con i rappresentanti della Guardia Costiera – commenta Letizia Marsili, professoressa di Ecologia presso l’Università degli studi di Siena -. Cercare di conciliare la pesca con la conservazione di specie a rischio è fondamentale ed improrogabile. Il nostro obiettivo è di permettere all’uomo e ai delfini di convivere nello stesso ambiente in armonia e sostenibilità”. “Le interazioni delfini-pesca – spiegano Alessandro Lucchetti di Irbim-Cnr, che coordina il progetto Life Delfi, e Federica Barbera di Legambiente – non solo possono essere letali per i delfini, tra i mammiferi marini più amati, ma anche dannose per l’economia della pesca che subisce perdite del pescato, danni alle attrezzature e sospensione delle attività in caso di by-catch. Il progetto Life Delfi concorre al raggiungimento degli obiettivi della Strategia europea per la biodiversità così come la Rete Natura 2000 e il programma Life che quest’anno celebrano il loro trentesimo anniversario. Anni di politiche fondamentali per la conservazione a lungo termine di specie e habitat minacciati. Lo stesso discorso vale per Life Delfi che vuole raggiungere un buon livello di convivenza tra delfini e pescatori che si ritrovano in mare a contendersi le stesse risorse ittiche, i primi per cibarsi e i secondi per la loro attività economica”.
Le azioni di Life Delfi non si fermano al coinvolgimento dei pescatori ma si ampliano al coinvolgimento di turisti, bagnanti, divers e a tutti coloro che amano il mare: per supportare la ricerca scientifica e avviare attività di citizen science è stata lanciata l’App Marine Ranger, realizzata dall’organizzazione croata Blue World Institute nell’ambito di Life Delfi, che permetterà di segnalare cetacei spiaggiati o in difficoltà in mare e consentire la tempestiva attivazione della macchina dei soccorsi.