Il 23 ottobre 1942 iniziava la battaglia di El Alamein, che consacrò il valore del soldato italiano. L’esercito regio alleato degli Africa Korps tedeschi guidati dal generale Rommel affrontava l’armata britannica del generale Montgomery. La battaglia sarebbe durata qualche giorno ma di fronte alla superiorità degli inglesi, le forze dell’Asse non avevano altra opzione se non quella di ripiegare e ritirarsi. Gli italiani furono sconfitti ma il sacrificio e il coraggio delle divisioni Ariete, Littorio e Folgore sarebbe rimasto nel mito. I nostri militari “si aggrapparono, ciascuno al proprio pezzo di deserto, quasi fosse terra promessa” e si sacrificarono eroicamente permettendo la ritirata delle forze dell’Asse dimostrando al mondo intero il valore del soldato italiano. Oggi ricordiamo questa giornata attraverso le parole del paracadutista Umberto Mattone
“Io sono la sabbia di El Alamein”
“Io sono soltanto un granello di sabbia, ma il mondo è fatto anche di sabbia.
Non sono il granello d’una bella spiaggia, souvenir del turista che vanta esotici viaggi, tra luoghi incantati e vita di sogno .
Faccio parte di un deserto balordo, che sembra paesaggio lunare o girone d’inferno.
Lo sai?
Sono soltanto un granello di sabbia che ha visto i soldati vivere e combattere, sperare e morire, là dove anche serpenti e scorpioni resistono a stento, sotto il sole implacabile o il freddo pungente.
Ho udito in ogni lingua del mondo chiamare la mamma e sognare la moglie, impartire e ricevere ordini, pregare o imprecare sotto le bombe,prepararsi a vincere oppure a morire.
Poi ho bevuto il sangue dei caduti così velocemente che neanche gli insistenti sciami di mosche avevano il tempo di posarvisi, ho celato armi ed elmetti, sino a quando i capricci del vento non vorranno riscoprirli.
Sono soltanto un granello di sabbia, di quella sabbia che ha occultato ordigni micidiali, ospitato fanti e genieri in squallide buche, raccolto i lamenti dei feriti, ricoperto le spoglie di sconosciuti eroi, divenuti tutti fratelli nonostante la diversa uniforme.
Capisci?
Non sono un roseo granello come chicco di riso, lambito sulla battigia da un colorato mare, dove i bimbi giocano felici raccogliendo le conchiglie e le belle donne passeggiano per farsi ammirare.
Sono un granello di sabbia calpestata da un esercito di stupendi cenciosi,coi loro inutili cannoncini che essi trainavano a forza di braccia, come obbedienti muli.
Li ho visti andare all’assalto di colossi d’acciaio e schiere di agguerriti avversari, al suono di una tromba, come antichi eroi senza destrieri.
Gridavano “FOLGORE”e morivano col nome d’Italia nel cuore, e sempre “FOLGORE” sulle labbra.
Alle intimazioni di resa rispondevano sdegnosamente, ancora una volta:“FOLGORE”!
Viandante italiano, prendi una manciata di sabbia, e portami con te!
Giunto a casa, mettimi in una bottiglia e scrivici sopra la mia provenienza,poiché i tanti che ignorano possano chiederti la mia storia e venire, così,educati.
Mostrami con orgoglio ai detrattori, affinchè si vergognino e si ravvedano.
Promettilo, fratello italiano, e non dimenticartene mai!
Perché, amici di tutto il mondo, io non sono granello di un deserto qualunque, sono la sabbia del deserto più brutto e glorioso che esista, io sono
LA SABBIA DI EL ALAMEIN!!!
Composta e letta dal Paracadutista Umberto Mattone, socio della Sezione “Valle d’Aosta”, in occasione della Cerimonia tenutasi presso il Sacrario Militare di El Alamein il giorno 5 Ottobre 2006.”