L’emergenza coronavirus non cancella il significato della Festa della Liberazione. Stavolta si scenderà in una “piazza” virtuale per celebrare la giornata “radice fondamentale della nostra democrazia”. Tanti cittadini alle 15 hanno intonato dalla finestre e dai loro balconi Bella Ciao, il canto intonato dai partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale così come tanti sono i messaggi mandati dalla politica.
Stamani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da solo e con la mascherina, ha salito la scalinata dell’Altare della Patria ed ha reso onore al milite ignoto. Per Mattarella la Resistenza rappresenta”una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale” che anche in questi giorni drammatici deve fornire all’ Italia “quella potente energia comune per affrontare insieme la fase di rilancio del Paese in continuità con i valori del 25 aprile”.
“La pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case – continua Mattarella-. Ai familiari di ciascuna delle vittime vanno i sentimenti di partecipazione al lutto da parte della nostra comunità nazionale, così come va espressa riconoscenza a tutti coloro che si trovano in prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali”.
Con un post sui sociale il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha invece citato la famosa canzone di Francesco De Gregori. “Viva l’Italia. L’Italia liberata L’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura. Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. L’Italia con gli occhi aperti nella notte triste. Viva l’Italia. L’Italia che resiste”.
Ha chiesto di custodire i valori della Resistenza, della Repubblica e della Costituzione democratica il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Rispettiamo le morti di tutti ma non si può venir meno ad un punto fondamentale: da una parte c’era chi combatteva dalla parte del terrore e della dittatura, da un’altra c’era chi combatteva cone l’esercito angloamericano”, così Rossi che prosegue “più di 4mila sono state le stragi compiute dall’esercito tedesco in ritirata accompagnati dai militanti della repubblica sociale nei confronti dei civili. Se avessero vinto i nazifascisti in Europa non ci sarebbe mai stata nessuna libertà”.
Infine il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha ricordato il sacrificio dei militari nell’isola di Cefalonia. “Da quelle ceneri, da quei morti è nata la nostra Repubblica, che ci ha consentito tanti anni di pace, un progresso incredibile, e ci ha consentito di essere uomini liberi” , e ancora “Viva tutte le persone che hanno fatto parte della Resistenza, senza divisioni, senza discriminazioni e senza coloriture politiche. Questo è stato il sale della nostra Repubblica”.